martedì 30 novembre 2010
CRISI SASCH: SOLIDARIETA’ A CENNI, VITTIMA DI UNA STRATEGIA DA WIKILEAKS
PRATO - Da quando è entrato in politica, molti dei suoi amici industriali lo salutano malvolentieri, molti artigiani anche. E qualcuno di questi ultimi, per fargli un dispetto maggiore ha anche presentato istanza di fallimento per la Sasch, azienda della sua famiglia. Tutti sono a chiedergli soldi. Poi ci sono i suoi operai che hanno fatto un presidio davanti ai cancelli della stessa azienda perché “falsamente” preoccupati di perdere il posto di lavoro, ed in più c’è la solita magistratura delle toghe rosse che nell’agosto scorso tramite la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate ha contestato alla Sasch una presunta evasione fiscale per circa un milione e quattrocentomila euro tra ricavi non contabilizzati e indebiti crediti iva. Secondo quegli investigatori che, evidentemente si sono scatenati solo perché hanno saputo che Silvio Cenni, ah scusate, Roberto Cenni, è entrato in politica, la Sasch avrebbe simulato vendite a un cliente pratese per realizzare un indebito abbattimento delle imposte.
Italia dei Valori non può che portare la propria solidarietà a quest’uomo contro il quale è evidente che c’è una strategia nazionale ed internazionale, peggiore di Wikileaks, per distruggerlo economicamente visto che politicamente è impossibile farlo supportato com’è dalla Lega Nord, dal Pdl, dall’Udc e ora anche dal Fli.
Ma come Italia dei Valori abbiamo una ricetta da proporgli per venire fuori da questa triste situazione: paghi tutti i debiti e vedrà che ritroverà l’amicizia di quegli imprenditori e di quegli artigiani che non lo salutano più. Si presenti davanti ai giudici e si faccia assolvere da quelle accuse che gli vengono contestate e vedrà che metterà a tacere anche le toghe rosse.
Dopo che avrà fatto tutto questo come Italia dei Valori lo supporteremo anche come sindaco di Prato. Ma solo dopo…
lunedì 29 novembre 2010
CRISI SASCH, INTERROGAZIONE IN REGIONE DI MARTA GAZZARRI (IDV)
di Pasquale Petrella
PRATO- L’Italia dei Valori continua a tenere alta l’attenzione sulla crisi del Gruppo Sasch e la capogruppo dell’IDV in Consiglio Regionale, Marta Gazzarri, ha presentato una interrogazione urgente a risposta orale al presidente del Consiglio regionale per avere notizie “In merito alla grave situazione dell’azienda Sasch di Capalle e al destino dei lavoratori della azienda stessa e del suo indotto”.
In particolare Marta Gazzarri fa rilevare che “la grave crisi economica in cui versa l’azienda Sasch di Capalle, con 33 dipendenti attualmente in cassa integrazione e gravata da un debito che si aggira presumibilmente dai 140 ai 170 milioni di euro” con un piano di riorganizzazione presentato dalla proprietà che “non offre adeguate garanzie innanzitutto dal punto di vista della capacità imprenditoriale della nuova società, la quale risulterà in parte di proprietà degli attuali soci (Cenni e Giovannelli), responsabili di un debito di entità tale da risultare difficilmente riconducibile alla sola crisi che interessa il settore nell’ultimo periodo e per la restante parte vedrà la partecipazione annunciata di un nuovo partner che però non risulta attualmente identificato; che tale piano non garantirà nemmeno la permanenza dei posti di lavoro dell’attuale azienda… che desta altrettanta preoccupazione il destino dell’indotto industriale legato alla Sasch”, tutto ciò premesso, la capogruppo IDV in Regione, Marta Gazzarri, interroga la Giunta “sulle azioni che intende intraprendere affinchè sia attuata una trattativa con le rappresentanze sindacali e con i lavoratori sia dell’area fiorentina che di quella pratese; sulle azioni che intende intraprendere al fine di garantire la permanenza dei posti di lavoro delle persone attualmente impiegate le quali, in caso di malaugurata ipotesi di fallimento, possano comunque usufruire di tutte le garanzie previste dalla legge”.
venerdì 26 novembre 2010
CRISI SASCH, CENNI HA FALLITO COME IMPRENDITORE E COME POLITICO. DEVE DIMETTERSI DA SINDACO
di Pasquale Petrella
PRATO - Una istanza di fallimento per il Gruppo Sasch è stata presentata in Tribunale a Prato da una ditta di confezioni gestita da un cinese che vanta poco più di duecentomila euro nei confronti dell’azienda campigiana. Una procedura normale e non ci sarebbe nulla di male in una situazione ordinaria in cui un’azienda in crisi non riesce a tener fede ai propri impegni con i fornitori. L’anomalia del Gruppo Sasch però nasce dall’azionista di riferimento che è il sindaco di Prato Roberto Cenni che, proprio nella sua veste di uomo politico ha sempre dichiarato che la sua azienda non dava lavoro ai cinesi a Prato e che la sua battaglia era ed è per salvaguardare l’identità dei pratesi.
Vi ricordate la campagna elettorale del centrodestra con i manifesti che recitavano “Mattei e Carlesi=cinesi” per denigrare l’ex sindaco ed il candidato a sindaco del centrosinistra? Un manifesto per dire che era stato il centrosinistra a dare spazio alla comunità orientale in città e che mai uno del centrodestra si sarebbe prestato ad agevolare la loro presenza sul territorio. Ebbene la verità dei fatti dice che il sindaco Cenni ha mentito. Non solo la sua azienda dava il lavoro a questa ditta di confezioni cinese ma non l’ha neppure pagata, così come ha fatto con i tantissimi altri creditori pratesi che sono in seri problemi economici per l’incapacità del Gruppo Sasch a far fronte con un piano industriale serio alla crisi del settore.
L’uomo industriale Cenni ha fallito e i centosessantamilioni di passivo del Gruppo Sasch lo sta a dimostrare, l’uomo politico Cenni ha ugualmente già fallito perché se fossimo negli Usa per lui ci sarebbe l’impeachment per aver raccontato bugie ai pratesi facendo credere loro che lui alla pratesità ci tiene. Premesso questo, Italia dei Valori chiede al sindaco Cenni di avere la bontà di dimettersi e tornare ad occuparsi della Sasch per cercare di tirarla fuori dalle sabbie mobili in cui si trova. Ci sono migliaia di famiglie appese al destino di quell’azienda e questa dovrebbe essere l’unica preoccupazione di Cenni.
Quanto a chi lo sostiene in Comune, siamo curiosi di capire che cosa farà adesso la Lega Nord. Se fossero coerenti con le loro idee, l’assessore Matteo Grazzini dovrebbe rimettere il suo mandato immediatamente e i consiglieri leghisti dovrebbero negare d’ora in poi il sostegno ad un sindaco che ha dato lavoro ai cinesi. Cosa per loro inconcepibile. Ma siccome siamo convinti che i leghisti tengano molto alle poltrone più che alle idee allora troveranno sicuramente una giustificazione per rimanere nei loro posti.
Pasquale Petrella
membro Segretario provinciale
IDV Prato
giovedì 25 novembre 2010
CRISI SASCH, NO A UNA NEWCO CON DENTRO LA FAMIGLIA CENNI
PRATO - Italia dei Valori si sta attivando a tutti i livelli istituzionali possibili affinchè la crisi del Gruppo Sasch possa essere risolta col minor danno possibile per i lavoratori e per l'indotto che vanta milioni di euro di credito. Premesso questo, come IDV non possiamo non rilevare che la proposta fatta dalla proprietà della Sasch ai sindacati sia eticamente e moralmente scorretta e inaccettabile. Il gioco delle scatole cinesi non ci piace, l'ipotesi che all'attuale Sasch vengano lasciati i debiti e i dipendenti da licenziare (due situazioni che graveranno pesantemente sull'intera collettività), e di una newco che prenda la parte buona dell'azienda e che faccia ancora riferimento alla famiglia Cenni che ha nel sindaco di Prato, il maggiore referente azionario, è fuori da ogni logica di correttezza. La famiglia Cenni ha dimostrato di non essere capace di fare impresa e mettere nelle sue mani una nuova un'azienda facendo pagare gli attuali centosessantamilioni di euro di passivo alla collettività è immorale e deplorevole.
Noi come Italia dei Valori auspichiamo che si cerchi la via della salvezza della Sasch attraverso la ricerca di una possibile cordata di imprenditori sani che vogliano rilanciare il marchio e mantenere l'attuale situazione occupazionale. Il sindaco Cenni si muova in questa ottica e non in quella del suo solo guadagno personale. L'assemblea straordinaria dei soci della Sasch aveva deliberato di presentare proposta di concordato preventivo già lo scorso 22 ottobre. Eppure, in quest'ultimo mese abbiamo sentito tante bugie da chi ha paventato un sicuro salvataggio da parte delle banche. Le bugie hanno le gambe corte e il naso lungo e noi dell'Italia dei Valori non vogliamo imbatterci in un pinocchio in Palazzo comunale. Prato non è il parco giochi di Collodi ed è bene che se c'è un pinocchio vada a ricollocarsi altrove.
mercoledì 24 novembre 2010
IDV DA' LA SOLIDARIETA' AI LAVORATORI DELLA SASCH. E IL SINDACO DI PRATO A CHI LA DA'?
PRATO - L'Italia dei Valori, col segretario provinciale di Prato, Salvo Ardita, ha portato la solidarietà del partito ai dipendenti della Sasch che hanno allestito un presidio davanti all'azienda mentre all'interno i sindacati hanno incontrato la proprietà per avere chiarimenti sul futuro del Gruppo.
Una solidarietà da parte dell'Italia dei Valori a degli operai che difficilmente la riceveranno dal sindaco di Prato Roberto Cenni, visto che è il proprietario della Sasch. Una situazione davvero imbarazzante e che purtroppo peserà nelle trattative dove il sindaco dovrà far capire da che parte sta: da quella degli operai e delle loro famiglie, dei terzisti e dei piccoli creditori, oppure dalla parte dell'azienda che appartiene alla sua di famiglia.
Nei prossimi giorni il Gruppo consiliare dell'Italia dei Valori in Regione, elaborerà una mozione e a questo proposito il responsabile welfare regionale dell'IDV Roberto Rizzo si è a sua volta presentato ai cancelli della Sasch per studiare il caso.
L'IDENTITA' UMANA E IL FUTURO DEL MONDO. DIBATTITO AL KOLAM THEATRE
Da un’idea di Monica Bucciantini sviluppata da The Brands, dall’Associazione Casa della Cultura Enzo Biagi e dall’Associazione Italiani per l’Europa che con questo happening fa la sua prima uscita in Toscana, l’incontro permetterà di mettere a confronto su un tema così importante come è quello dell’identità umana, quattro persone ideologicamente diverse che racconteranno la loro visione del mondo e la loro idea di identità dei popoli e degli individui.
Passato, presente e futuro saranno così analizzati dal punto di vista di “uno di sinistra” (Francesco Barba), “una di destra” (Paola Pancini), “un anarchico” (Marco Toccafondi) e “uno studioso di teologia” (Tiziano Licata). L’ingresso è libero.
L’Associazione Italiani per l’Europa che ha sede a Roma ed è presieduta dall’avvocato Salvatore Raiti, sbarca così anche in Toscana dove ha come referente il dottor Pasquale Petrella. L’associazione che non ha fini di lucro, si prefigge di coniugare costruttivamente i valori della tradizione e della innovazione nella ricerca del bene comune della persona. L’associazione favorisce e organizza il confronto tra gli associati sulla vita politica, economica, sociale e culturale in Italia e nell’Unione Europea nel rispetto dei principi di sussidiarietà, solidarietà, interclassismo, partecipazione e collegialità. L’associazione intende promuovere l’esercizio in forma aggregata della cittadinanza propositiva, verso l’obiettivo del superamento della frammentazione sociale e politica. Punto di riferimento dell’associazione per la sua attività è il sistema dei principi consacrati nella Carta Costituzionale e si dichiara foro permanente di ascolto e di elaborazione di proposte.
L’associazione si propone fra le altre cose di partecipare attivamente alla costruzione di un modello politico, sociale ed economico europeo, attento agli orizzonti della globalizzazione; di organizzare sedi di confronto e di studio ed iniziative che valorizzino le risorse spontanee dei singoli e dei corpi intermedi della comunità civile e politica, al fine di dare voce alle varie articolazioni sociali del paese e fornire un autentico contributo al recupero della partecipazione democratica, della condivisione delle scelte, della coesione… Di favorire la partecipazione dei giovani, delle donne, degli anziani, dei lavoratori in una prospettiva comunitaria… per maggiori informazioni scrivere a petrella63@gmail.com
martedì 23 novembre 2010
SASCH IN CRISI, CROLLA LA CREDIBILITA' DEL SINDACO CENNI
di Pasquale Petrella
PRATO - La crisi del Gruppo Sasch viene da molto lontano. Un passivo di oltre centocinquanta milioni non si accumula né in un anno né in due. E’ chiaro ed evidente quindi che, Roberto Cenni, quando si è candidato a sindaco per il centrodestra era già consapevole delle grandi difficoltà in cui si trovava la propria azienda. La considerazione che come Italia dei Valori facciamo è quindi che Cenni, anziché preoccuparsi di spendere tutte le proprie energie (intellettuali) per cercare di salvare la sua azienda e il lavoro dei suoi dipendenti si sia imbarcato nella politica chissà, forse per trovare una valida sponda per salvare i suoi interessi o più comodamente per trovarsi un lavoro nel pubblico mentre la sua nave privata imbarcava acqua a fiumi da tutte le parti.
Italia dei Valori è fortemente preoccupata per il danno che chi ha gestito e sta gestendo la Sasch sta arrecando ai 395 dipendenti che rischiano di perdere il loro posto di lavoro, alle famiglie di questi ultimi che andranno incontro a momenti difficili e a tutte le aziende dell’indotto che riceveranno un grosso danno economico e qualcuna potrebbe anche rischiare a sua volta il collasso. A loro va tutta la solidarietà del partito e come IDV ci batteremo affinché i dipendenti possano mantenere il loro posto di lavoro in caso di vendita dell’azienda o beneficiare di tutte le garanzie offerte dalla legge nella malaugurata ipotesi di un fallimento.
E adesso cosa ha intenzione di fare Roberto Cenni? E i pratesi possono ancora continuare ad avere fiducia in un sindaco che ha gestito la sua azienda in un modo così fallimentare? Noi dell’Italia dei Valori crediamo che sia questo il momento perché Cenni dia delle risposte non solo alle banche ma anche ai cittadini pratesi.
domenica 21 novembre 2010
LUCCA ALLO SBANDO, FAVILLA SI DIMETTA
LUCCA – Quello che sta succedendo nel centrodestra che amministra, o dovremmo dire che non amministrare, Lucca ha dell’incredibile. Fra franchi tiratori, affamati di poltrone, lotte intestine fra i vari partiti e partitini che compongono la maggioranza, un assessore rinviato a giudizio per falso e truffa, e le sfrenate ambizioni di qualcuno, la città è allo sbando e a pagare il prezzo più alto sono i lucchesi. Al sindaco Mauro Favilla, noi come Italia dei Valori, chiediamo che riacquisti un minimo di dignità politica, e questo può farlo solo dando le dimissioni. Lucca rischia di perdere il treno per uscire dalla crisi che oggi è globale ma che domani potrebbe essere della sola Lucca. Quando tutti cominciano a vedere margini di ritorno alla crescita, Lucca e i lucchesi sono ancorati a questa politica becera e lobbistica del centrodestra preoccupata solo di autorefereziarsi e di spartirsi il potere ma senza mai affrontare i problemi della città per risolverli e riportare Lucca a competere con le migliori cittadine dell’Italia e del Mondo.
Mauro Favilla è ormai un non sindaco; non è più capace di garantire la governabilità di Lucca; la sua unica preoccupazione è quella di trovare le alchimie per mettere insieme un puzzle le cui tessere sono ormai talmente usurate che non stanno più negli incastri. Forse Favilla vuole essere ricordato come il peggior sindaco della storia della città di Lucca, altrimenti raccoglierebbe l’invito ad avere un minimo di dignità e si dimetterebbe immediatamente. Gli interessi e le prepotenze affaristiche stanno soggiogando la città, noi come Italia dei Valori chiediamo a tutti i cittadini di far sentire la propria voce contro questa amministrazione perché si vada ad elezioni anticipate e si ridia dignità alla politica. Italia dei Valori raccoglie le idee e le proposte dei cittadini e mette a disposizione il proprio indirizzo email: info@idv-lucca.it per riceverle.
lunedì 15 novembre 2010
CONFISCA DEI CAPANNONI, IL MINISTRO MARONI SMENTITO DAL SUO STESSO DECRETO LEGGE
PRATO - Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni continua a dire cose che poi non riflettono la realtà, ingannando a volte la buona fede dei cittadini altre le loro legittime aspettative. Se la vicenda della marocchina Karima - ormai a tutti nota con l’appellativo di Ruby Rubacuori - ha avuto una ricostruzione del tutto personale da parte del Ministro dell’Interno della Lega Nord circa quanto accaduto nella questura di Milano la notte tra il 27 ed il 28 maggio scorso (una versione già smentita dal pubblico ministero del tribunale dei Minori, Annamaria Fiorillo), altrettante discordanze riscontriamo su quanto contenuto nel Decreto legge 12 novembre 2010 n. 187 che all’articolo 9, per quanto riguarda le modifiche alla legge 24 novembre 1981, n. 689, in materia di confisca, dice cose diverse da quelle che lo stesso Ministro aveva pubblicamente annunciato solo una settimana prima. Il 5 novembre scorso il leghista Maroni annunciava in conferenza stampa che “....Nell'ambito della sicurezza urbana una norma che vuole colpire le connivenze tra chi mette a disposizioni delle strutture a pagamento, capannoni, e chi esercita in quelle strutture attività di lavoro illecito, consentiamo la confisca delle cose destinate a commettere illeciti amministrativi – recita la trascrizione originale della dichiarazione di Maroni - Oggi chi mette a disposizione una struttura all'interno della quale si svolge un'attività di lavoro senza nessun rispetto delle regole rischia solo una piccola ammenda, noi prevediamo una sanzione molto grave perché spesso c'è la connivenza tra chi affitta questi immobili e chi ci svolge attività prevediamo la confisca”. Una dichiarazione forte e in sintonia con le richieste che la Giunta di centrodestra di Prato gli aveva rivolto. Non a caso il Ministro aveva parlato di “norma Prato” affermando: “… è una norma che ci è venuta in mente osservando come sono organizzate questo tipo di attività illecite in alcune realtà italiane, in particolare nella zona di Prato – recita ancora la trascrizione originale della conferenza stampa del Ministro Maroni - Il contrasto alle attività illecite, le continue ispezioni dell'ispettorato del lavoro e della guardia di finanza ci hanno consentito di valutare questa connivenza che non aveva una sanzione adeguata e per colpire efficacemente queste attività illecite, la contraffazione di merce e il lavoro nero, consentiamo la confisca anche di chi dà in locazione gli immobili.” Chi avrebbe mai avuto dubbi all’indomani di queste dichiarazioni che il decreto legge avrebbe detto qualcosa di diverso? Nessuno, ed invece è successo. Il dl di venerdì scorso all’articolo 9, in merito alle “Modifiche alla legge 24 novembre 1981, n. 689, in materia di confisca” dice: 1. All'articolo 20 della legge 24 novembre 1981, n. 689, dopo il terzo comma è inserito il seguente: «In presenza di violazioni gravi o reiterate, in materia di tutela del lavoro, di igiene sui luoghi di lavoro e di prevenzione degli infortuni sul lavoro, è sempre disposta la confisca amministrativa delle cose che servirono o furono destinate a commettere la violazione e delle cose che ne sono il prodotto, anche se non venga emessa l'ordinanza - ingiunzione di pagamento. La disposizione non si applica se la cosa appartiene a persona estranea alla violazione amministrativa.». In un colpo solo il Dl ha cancellato tutto quello che aveva annunciato il Ministro. Una bella coerenza non c’è che dire. Non solo non si potranno confiscare i capannoni ma presto non si potranno confiscare neppure i macchinari perché sono convinto che i cinesi, contro i quali il provvedimento era stato studiato, intesteranno ad altri le taglia e cuci, le macchine ed i furgoni e quindi la norma diventerà del tutto inutile. Insomma sembra che i primi ad essere delusi e arrabbiati col ministro Maroni siano proprio i suoi compagni di partito di Prato, ovvero i leghisti guidati dall’eurodeputato Claudio Morganti. E così, ancora una volta, la Lega Nord se la canta e se la suona da sola. Peccato che in mezzo ci siano i cittadini che vorrebbero credere alle parole di un Ministro ed invece devono registrare l’ennesima giostra di spot finalizzati solo al populismo più becero. Ma il re è nudo e con Berlusconi cadrà anche Maroni.
Pasquale Petrella
CONCERTO A BASE DI MUSICA E ALCOL; A COSA SERVE L'ETILOMETRO?
PRATO - Mentre diventa obbligatoria la presenza dell'etilometro nei locali pubblici dove vengono somministrate bevande alcoliche, a Prato continuano le campagne di alcuni locali per invogliare i giovani a bere. Situazioni eticamente imbarazzanti e sicuramente responsabili della nascita di una generazione di giovani alcolizzati.
Venerdì prossimo in un noto locale di Prato si svolgerà una manifestazione musicale, i volantini che la pubblicizzano informano i giovani che il biglietto d'ingresso costa dodici euro ma darà diritto anche a tre bevute gratis. E non è finita qui: chi farà la quarta bevuta pagandola 4 euro potrà avere la quinta omaggio. Insomma il messaggio è chiaro: venite a vedere lo spettacolo e con sedici euro potrete fare ben cinque bevute. I concerti in programma sono due, il primo inizierà alle 22 e 30 e il secondo alle 23 e 30 insomma l'idea è di tirare diritto fino all'alba fra musica e alcool.
A cosa serve mettere l'etilometro in quel locale? Solo a registrare che tutti coloro che usciranno in piena notte se non all'alba, potrebbero avere il tasso alcolemico superiore a quello previsto per legge. Chi si metterà ala guida di un'auto sarà un pericolo per se stesso e per gli altri. Mi auguro che iniziative come quella di venerdì prossimo vengano controllate dai vigili urbani e vietate per il futuro.
Perchè fare un biglietto di 12 euro inserendo tre drink? Non sarebbe stato meglio far pagare un biglietto di 8 euro e dare una sola consumazione?
sabato 13 novembre 2010
CENNI SHOW, MA NON DA' RISPOSTE ALLE CIRCOSCRIZIONI
PRATO - Mentre il sindaco Cenni fa lo show al Metastasio con i soldi dei cittadini, i consiglieri delle circoscrizioni eletti dal popolo, vengono umiliati e frustrati dal primo cittadino e dai membri della sua giunta che sistematicamente non forniscono risposte alle interrogazioni, alle interpellanze e alle mozioni che questi ultimi pongono per risolvere i problemi nei loro quartieri e dare risposte concrete ai cittadini che li hanno eletti. Cenni pensa solo a fare l'uomo immagine, forse fin troppo abituato in questo genere di kermesse da Miss Italia che ha sponsorizzato con la Sasch fino a quest'anno, forse l'ultimo ma non perchè non verrà più organizzata Miss Italia bensì perchè forse la Sasch avrà altri problemi da risolvere.
Cenni pensa solo all'apparenza anzichè alla sostanza nel pieno spirito e nella filosofia di un decadente Berlusconi i cui giorni da capo del Governo sono agli sgoccioli.
Italia dei Valori ha cominciato un volantinaggio in tutta la città per denunciare le mancate risposte da parte di Cenni e della sua Giunta ai quesiti posti dai consiglieri di circoscrizione. Si parla tanto di democrazia partecipata ma quale democrazia sta attuando Cenni facendo gli show e non rispondendo alle domande dei rappresentanti dei cittadini?
L'era Berlusconi è finita e forse sta arrivando la fine anche dei tanti berluschini presenti in giro per l'Italia.
giovedì 11 novembre 2010
LUCCA, L'ASSESSORE CHIARI RINVIATO A GIUDIZIO PER FALSO E TRUFFA
Il fatto che Chiari si sia detto pronto a dimettersi qualora glielo chiedesse il sindaco Favilla - che bisogna specificare, guida una giunta di centrodestra - gli fa onore. La patata bollente passa quindi nelle mani del primo cittadino e siamo curiosi di vedere come si comporterà sulla questione. Vale a qualcosa il fatto che i presunti reati sarebbero stati commessi in epoca antecedente al suo incarico pubblico? Io credo che sia irrilevante ai fini della riflessione e della decisione che invitiamo il sindaco a prendere pubblicamente. Quella del rinvio a giudizio dell’assessore Marco Chiari aggrava ancor di più il quadro politico e gli equilibri alchimistici di Mauro Favilla che non fa in tempo a tappare i buchi provocati da Forza Lucca per dover rincorrere la fame di poltrone dell’Udc e le forzature del Pdl. Forse la soluzione migliore per tutti, soprattutto per i cittadini lucchesi, sarebbe che non sia Marco Chiari a dimettersi bensì tutta la giunta e che si vada ad elezioni anticipate per ridare credibilità alla politica con la P maiuscola.
mercoledì 10 novembre 2010
LUMINARIE NATALIZIE, IL COMUNE DI PRATO CREA I NEGOZIANTI DI SERIE A E QUELLI DI SERIE B
di Pasquale Petrella
PRATO – Centomila euro in più per le luminarie gli addobbi e gli alberi di Natale ma solo per alcune piazze a alcune vie del centro storico di Prato dove i negozianti “non devono assolutamente preoccuparsi di raccogliere soldi o prendere contatti con le ditte perché penserà a tutto l’amministrazione comunale”, come ha dichiarato il vicesindaco Goffredo Borchi. E così, ancora una volta, questa amministrazione di centrodestra dimostra di avere a cuore solo il centro e di aver abbandonato le periferie: a queste ultime andranno i soliti ventimila euro da dividere in parti uguali fra le quattro circoscrizioni. Il presidente della circoscrizione Ovest, Giovanni Mosca, dovrà porsi il problema se investire quei cinquemila euro a Galciana o a Maliseti, a Narnali o a Viaccia, a Sant’Ippolito o a San Paolo; e così i suoi colleghi Luisa Peris alla sud dove dovrà fare l’estrazione a sorte fra le miriadi di frazioni che compongono il suo quartiere e lo stesso dicasi per Alberto Manzan alla Nord e Alessandro Giardi alla Est. I negozianti ed i commercianti di queste quattro circoscrizioni se vorranno le luminarie e gli addobbi natalizi dovranno pagare di tasca propria. Insomma in questa città, con questa giunta di centrodestra guidata dal sindaco Roberto Cenni, dopo aver scoperto che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B a seconda del cognome che portano, ci si accorge che ci sono anche negozianti di serie A e negozianti di serie B a seconda di dove si svolge la propria attività. Se con quei centomila euro regalati al centro storico questa amministrazione voleva dare un segnale forte, ebbene sì lo ha dato: per Cenni&Co. esiste solo un quartiere il centro. Lo avevano già dimostrato quando hanno tolto i vigili urbani dalle circoscrizioni concentrandoli nella sede centrale e lo stanno ribadendo ora con questo intervento teso a penalizzare ancora una volta le periferie.
martedì 9 novembre 2010
IL GOVERNATORE ROSSI ACCETTA IL FACCIA A FACCIA MA LA PARTITA E' TRUCCATA
di Pasquale Petrella
PRATO – Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha sportivamente accettato di essere presente per un faccia a faccia col capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Alberto Magnolfi, ma si è trovato a giocare una partita truccata. Non solo il dibattito è avvenuto nell’ambito di una convention organizzata dal Pdl e quindi oltre l’ottanta per cento del pubblico era formato da persone schierate a destra, non solo è avvenuto nella città di residenza dell’avversario pidiellino, ma anche coloro che dovevano moderare il confronto, ovvero i giornalisti Stefano Cecchi e Paolo Ermini, sono appartenenti a quotidiani (La Nazione e Il Corriere Fiorentino) notoriamente simpatizzanti per il centrodestra. Il dibattito è stato abilmente pilotato su temi dell’immigrazione e della sicurezza dove sono facili le battute populiste per chi è all’opposizione o lo è stato fino all’altro ieri. Strappare un applauso alla sua platea è stato talmente facile al pidiellino Alberto Magnolfi quanTo i fischi e le battutine di scherno rivolti al governatore della Toscana. E allora, caro Rossi: cui prodest? Oggi siamo nell’era dell’immagine e della comunicazione pro propaganda politica, quando si accettano certi inviti da parte degli avversari politici solo per forma di cortesia e per sportività bisogna anche capire a cosa si va incontro e quale tipo di messaggio può venir fuori da quel confronto pubblico ripreso da giornali e televisioni. Rifiutarsi di giocare una partita truccata non è mancanza di sportività ma solo buonsenso perchè alle persone presenti nella platea il tuo messaggio non è arrivato e ai telespettatori è arrivato quello del tuo avversario.
Da uomo di Italia dei Valori e quindi di sinistra credo che l’uso dei mass media sia decisivo nel rapporto con i cittadini e quindi con gli elettori. Il centrodestra lo sa fare molto bene e il loro leader ne è un campione. Quando impareremo anche noi a saperli sfruttare?
Giovedì il nostro presidente Antonio Di Pietro sarà a Firenze per un incontro pubblico. Anche Di Pietro sarà intervistato da dei giornalisti ed allora è bene conoscerli: Giuseppe Mascambruno (direttore de La Nazione – filo Pdl), Luca Telese (Il Fatto Quotidiano – accusato di essere di sinistra ma in realtà quasi obiettivo) e Claudia Fusani (giornalista de L’Unità – filo Pd). La platea sarà tutta per Di Pietro che potrà sicuramente giocare una partita alla pari e vista l’esperienza e lo spessore, anche in attacco.
lunedì 8 novembre 2010
FAVOREGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE, A PRATO SI ARRESTA A MILANO... ANCORA NO
PRATO - Se nel nostro Paese ha ancora un senso quella frase che compare in alcune vecchie procure: La legge è uguale per tutti, ci nasce un sospetto leggendo le ultime notizie in materia di inchieste giudiziarie che in realtà non sempre è così.
E mi spiego meglio, a Prato, il mese scorso, la questura nell'ambito di un'indagine sulla prostituzione, ha arrestato su disposizione della Procura: Renzo un ex fotografo, Rossana una dipendente di una stireria e Giuseppa casalinga e mamma di due adolescenti, per favoreggiamento della prostituzione. Le loro colpe? Le indagini hanno permesso di appurare che Renzo, Rossana e Giuseppa “erano in contatto fra loro per reclutare ragazze, anche molto giovani, e donne da presentare a uomini italiani per incontri sessuali a pagamento – si legge nella nota della questura - Le donne venivano di solito reclutate tra casalinghe o impiegate con necessità economiche, quasi sempre all’insaputa delle famiglie”.
Ora analizziamo quello che è successo a Milano nell’ambito dell’inchiesta su Ruby Rubacuori ovvero Karima El Mahroug la diciottenne marocchina “aiutata” dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo essere stata portata in questura per rispondere dell’accusa di furto. L’inchiesta ha portato ad indagare per favoreggiamento della prostituzione i signori Lele ed Emilio e la signorina Nicole. Tutti e tre hanno un avviso di garanzia con lo stesso capo di accusa: favoreggiamento della prostituzione. Forse non per tutti le accuse sono le stesse ma di sicuro anche in qeusto caso si dice che qualcuno reclutava donne e a volte, vedi il caso di Ruby, addirittura minorenni, da presentare a uomini italiani per incontri notturni.
Cosa c’è di diverso in queste due inchieste? Ovviamente la notorietà dei personaggi, a Prato il signor nessuno Renzo e le signore nessuno Rossana e Giuseppa sono finiti in carcere; e a Milano i signori qualcuno Lele, Emilio e la signorina qualcuno Nicole sono liberi di fare quello che vogliono e magari anche di continuare a fare quello per cui sono indagati. Ma la legge è uguale per tutti?
venerdì 5 novembre 2010
PERMESSOPOLI, LA MAGISTRATURA FACCIA CHIAREZZA. INVITIAMO PDL, LEGA NORD E UDC PER REDIGERE UN CODICE ETICO PER I POLITICI
Ma visto che la Lega Nord, per bocca del suo segretario provinciale, Leonardo Soldi (già dimessosi da consigliere delegato alle politiche giovanili perché figura creata illegalmente), ed il Pdl per bocca della capogruppo in consiglio provinciale , Cristina Attucci, sembra che non riescano a fare a meno delle dichiarazioni di Italia dei Valori. Premesso che l’agenda politica di Idv non è certo dettata né dalla Lega Nord né tantomeno dal Pdl, comunque ci gratifica questo loro interessamento per conoscere la nostra opinione in materia, segno che per quanto riguarda i principi della legalità e della trasparenza, soprattutto nelle pubbliche amministrazioni, noi di Italia dei Valori siamo gli unici a perseguirle sempre e comunque.
A questo proposito vorremmo rilanciare e proporre ai nostri avversari politici della Lega Nord, dell’Udc e del Pdl di ritrovarci intorno ad un tavolo per redigere e sottoscrivere un codice etico valido per tutti i politici e soprattutto per gli amministratori pubblici. Un codice che stabilisca le regole per cui quando un politico o un amministratore pubblico commette determinati reati o compie determinati comportamenti moralmente ed eticamente deplorevoli sia automaticamente espulso dalla politica nazionale. Pdl, Udc E Lega Nord avranno il coraggio di accogliere questa nostra proposta? O i vari Dell’Utri, Cuffaro, Brigandì, li terranno lontani da quel tavolo? Noi di Italia dei Valori siamo pronti a sederci, redigerlo e sottoscriverlo anche subito.
giovedì 4 novembre 2010
Turismo: nuove prospettive di sviluppo con la 4a Borsa mercato lavoro dell'Ebtt
PRATO – Più di seicento assunzioni a fronte di circa
duemilacinquecento colloqui avuti nelle precedenti tre edizioni della
Borsa Mercato Lavoro organizzate dall'Ente Bilaterale del Turismo
Toscano. E a Prato, la quarta edizione, ha messo in contatto diretto
le esigenze di trentasette aziende, e fra queste - per la prima volta
- i colossi della ristorazione collettiva come Autogrill spa, Camst
scrl e McDonald's Italia – con le aspirazioni di oltre ottocento
candidati arrivati da varie province della Toscana ma anche dal Lazio
e dalla Calabria.
Questa quarta edizione era dedicata all'Area Metropolitana Firenze,
Pistoia e Prato, un'area che sta lentamente ma necessariamente
mettendosi in discussione per presentare e portare avanti progetti
unitari. Nel settore del turismo la decisione del governatore della
Toscana di eliminare le Aziende per la promozione turistica e di
affidare le loro competenze a Toscana Promozione può essere valida
solo se supportata sui singoli territori da soggetti che non facciano
perdere le peculiarità specifiche territoriali.
All'incontro, al quale ha partecipato – fra gli altri - l'assessore
alla Formazione e Lavoro della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini,
avrebbe dovuto essere presente anche la nostra Assessore regionale con
delega al Turismo, Cristina Scaletti che per un impegno improvviso e
di maggiore responsabilità istituzionale ha dovuto rinunciare.
L'iniziativa che sicuramente permetterà a diversi giovani candidati,
molti dei quali laureati, di trovare un impiego è stata lodevole e il
merito va sicuramente al presidente del Centro servizi dell'Ebtt di
Prato, Luca Chiais che ha fortemente voluto che questa 4° Borsa
Mercato Lavoro si svolgesse a Prato come punto geografico centrale
dell'area metropolitana Firenze, Prato, Pistoia.
mercoledì 3 novembre 2010
CAVERNI: BUNGA BUNGA ALL'AREA PEDONALE DI PIAZZA SANT'AGOSTINO
PRATO - L'assessore Roberto Caverni colpisce ancora: via l'area pedonale in piazza Sant'Agostino e bunga bunga per le auto. Ancora una volta è chiara la strategia dell'assessore Caverni e di questa giunta di centrodestra: non spendere un euro in iniziative per rivitalizzare il centro storico e affidarsi alla cura della riapertura al traffico delle vie e delle piazze medioevali per dare la falsa illusione ai commercainti e negozianti del centro di poter così risolvere i loro problemi economici. Una politica miope che illude i commercianti per il loro futuro e penalizza pesantemente già nel presente i residenti del centro storico. La politica anacronistica di questa amministrazione è davvero preoccupante. I danni che stanno facendo ce li porteremo dietro per anni se non si riuscirà a porvi rimedio con una protesta coraggiosa e leggittima di chi si trova a pagare sulla propria pelle questo scempio del centro storico. Parcheggiare in centro, per i residenti, è ormai un calvario. Gli strombazzamenti di chi si trova imbottigliato e chiuso nel proprio garage o parcheggio a causa di auto lasciate in doppia fila o in divieto di sosta sono all'ordine del giorno. Ed è inutile chiedere l'intervento dei vigili urbani: sono pochi e spesso impegnati altrove, come rispondono al centralino.
Nei giorni scorsi l'assessore Caverni ha detto che c'è un aumento delel aperture dei negozi in centro. Peccato che Caverni si sia dimenticato di provare le sue dichiarazioni perchè i dati statistici della Confesercenti lo smentiscono. Il centro è sempre più in sofferenza e sono ancora tanti coloro che chiudo, rispetto a chi decide di investire e aprire un'attività commerciale fra le mura medioevali.
L'AZIENDA BESTE VA IN CINA, PREOCCUPAZIONE PER I DIPENDENTI ITALIANI
PRATO - La decisione dell'azienda Beste dei fratelli Santi con sede nel comune di Cantagallo di costituire la Beste China a Shangai per produrre in Oriente una nuova linea di capi di abbigliamento è una decisione che nella strategia aziendale potrebbe essere sicuramente vincente, come lo sono state finora le scelte dei fratelli Santi che hanno visto la Beste assumere e aumentare il proprio fatturato quando quasi tutte le altre aziende che operano nel loro settore sono in crisi o addirittura chiudono.
Una scelta coraggiosa e forse vincente sotto il profilo economico, che politicamente però, a noi di Italia dei Valori ci preoccupa e non poco. La scelta della Beste di "globalizzare" sembra un film già visto per chi quella parola (globalizzare) l'ha usata fino all'altro ieri in campagna elettorale, ovvero il sindaco di Prato Roberto Cenni , per parlare della sua azienda: la Sasch che da molti anni ha trasferito tutta la sua produzione in Cina. Oggi la realtà dell'azienda del primo cittadino di Prato è sotto gli occhi di tutti, ha messo in cassa integrazione decine di dipendenti nelle aziende con sede in Italia ed ha un passivo di centoquaranta milioni che in tempi brevi dovrà ripianare in accordo con le banche o sarà destinato al fallimento.
Ai fratelli Santi auguriamo di avere tanto successo e di non seguire il destino di Cenni e della sua Sasch, ma alla Beste e ai suoi dirigenti raccomandiamo di non dimenticare mai quanto la Valbisenzio ha fatto per loro e di non cadere nella trappola del guadagno ad ogni costo anche sulla pelle dei propri dipendenti italiani. E a questo proposito ci allarma parecchio la frase rilasciata alla stampa da Matteo Santi che proprio sull'ipotesi di un ridimensionamento del personale ha detto, "Per quanto riguarda il ridimensionamento dell'organico non mi sento di escluderlo, anche se questo non è collegato al progetto cinese ma al calo della quantità di stoffe prodotte". E' evidente che con Beste China i fratelli Santi stanno scappando dalla realtà pratese ed allora prima che sia troppo tardi, sarebbe opportuno che i sindacati e le istituzioni si muovano per tamponare una annunciata emorragia di operai che presto potrebbero trovarsi senza lavoro.
Come Italia dei Valori siamo per la libera imprenditoria ed elogiamo il coraggio degli imprenditori capaci di espandersi ed imporre il proprio marchio anche all'estero ma guai se questo fosse fatto a scapito dei lavoratori italiani. I fratelli Santi rassicurino noi e i loro dipendenti su questo fronte.