mercoledì 31 ottobre 2012

Nuove regole per selezione candidature IDV, a dicembre assemblea generale del partito

Roma, 31 ott. - "L'Ufficio di presidenza dell'Italia dei Valori ha unanimemente rinnovato la propria piena fiducia al Presidente Antonio Di Pietro". E' quanto si legge in una nota dell'ufficio stampa dell'Idv. Nel contempo, "ha svolto un'approfondita analisi critica rispetto ai fatti, in alcuni casi anche sottoposti al vaglio della magistratura, che hanno coinvolto alcuni propri esponenti a livello locale. Fatti che hanno reso ancor piu' stringente il bisogno di individuare nuove e ulteriori regole per la selezione delle candidature e per vincolare gli eletti sul territorio a comportamenti coerenti con gli ideali e le finalita' del partito". Per perseguire questi specifici obiettivi, l'Ufficio di Presidenza, con voto altrettanto unanime, ha deliberato di: 1) organizzare, a Roma, per il prossimo mese di dicembre, l'assemblea generale del partito, aperta a tutti gli eletti, gli amministratori e gli iscritti IdV. In essa, tra l'altro, verranno poste le basi delle regole per la proposizione di un Congresso straordinario, aperto anche a figure rappresentative di realta' e/o movimenti. Questo, al fine di avviare una nuova fase costituente del partito con la prospettiva di rilanciare una nuova realta' politica, capace di interpretare, anche da un punto di vista organizzativo, il bisogno di modernita' e di cambiamento sentito dai cittadini. Inoltre, si delibera: 2) introdurre e rendere vincolanti alcune specifiche misure in materia di trasparenza dei comportamenti individuali e delle scelte politiche, impegnando: a) i Gruppi IdV, presenti nei vari Consigli Regionali, a dotarsi di un proprio regolamento di funzionamento interno, sulla base di uno schema-tipo, in via di distribuzione, idoneo ad assicurare trasparenza nelle decisioni e nella gestione delle risorse, con l'avvertenza esplicita che i gruppi che non procederanno alla sua adozione, entro il termine perentorio di 30 giorni dalla data di ricezione del relativo schema, saranno ritenuti non piu' riconducibili all'Italia dei Valori e diffidati a fare uso del relativo simbolo; b) lo stesso Ufficio di Presidenza (e tutti gli organismi di partito a cio' preposti) a sottoporre le prossime candidature al Parlamento Nazionale e ai vari consigli regionali, ove si svolgeranno le rispettive elezioni (a cominciare da quelle del Lazio, della Lombardia, del Molise e del Friuli Venezia Giulia), alla preventiva pubblicazione in Rete dei rispettivi curricula dei candidati. In tal modo, sara' possibile verificare - prima di una loro eventuale candidatura - la loro idoneita' politica e morale a rappresentare il partito e i cittadini nelle istituzioni, anche attraverso un apposito Comitato di Garanti per la loro selezione; c) i dirigenti, eletti e amministratori IdV al piu' rigoroso rispetto di criteri di incompatibilita', ispirati all'esigenza di impedire che la stessa persona ricopra contemporaneamente un ruolo di governo istituzionale e il corrispondente ruolo di direzione politica nel partito. Da ultimo, l'Ufficio di Presidenza ha ribadito le decisioni gia' assunte, in particolare nell'ultimo Esecutivo Nazionale di Vasto, in ordine all'opportunita' di favorire per le prossime elezioni nazionali e regionali la formazione di un'aggregazione politica riformista e di centrosinistra, basata, in primo luogo, sulla coerenza dei programmi, in alternativa a quelli sin qui realizzati dal governo Berlusconi, prima, e dal Governo Monti ora. 3) rilanciare la campagna referendaria in corso sui 4 quesiti a favore del lavoro e contro la Casta, anche organizzando un ulteriore Referendum-Day da tenersi al piu' presto, al fine di informare adeguatamente i cittadini.

martedì 30 ottobre 2012

La bella Italia che non c'è più per i troppi politici inadeguati

PRATO - La classifica redatta dall'agenzia di marketing internazionale FutureBrand dice che l'Italia scende dal 10° al 15° posto. Cinque posizioni in meno in un solo anno nel Country Brand Index 2012/13 che prende in considerazione una moltitudine di parametri dopo aver effettuato 3.600 interviste condotte su opinion leader di 18 paesi. Una discesa repentina che non dipende dal turismo visto che l'Italia viene indicata come primo posto al mondo dove si vorrebbe andare; non dipende dalla proposta del patrimonio artistico e storico che è ancora al primo posto nei desideri degli intervistati così come la tradizione enogastronomica. Terzo posto per l'offerta per lo shopping, dietro Francia e Stati Uniti. E quindi cosa ci fa scivolare di ben cinque posizioni in una classifica che vede al primo posto la Svizzera seguita da Canada e Giappone? Facile a dirsi, siccome concorrono a formare la classifica generale anche il sistema di valori (che riunisce libertà politica, attenzione allʼambiente, legalità, tolleranza e libertà di espressione), la qualità della vita (sistema scolastico, sistema sanitario, standard di vita, sicurezza, opportunità di lavoro e disponibilità a vivere in quel paese) e l'attrattività per il business (clima favorevole agli investimenti, tecnologia avanzata, ambiente normativo e forza lavoro specializzata) ecco che sono questi ultimi parametri che affossano l'Italia agli occhi degli intervistati che posizionano lʼItalia sempre fuori dalla classifica dei primi 15. Insomma viviamo in un bel Paese ma a rovinarlo siamo proprio noi che vi abitiamo con i nostri politici incapaci di avere autorevolezza e sobrietà, che elaborano leggi fatte spesso per usi personali e tutelare privilegi e caste più che per il bene della collettività; con la nostra burocrazia che sembra creata apposta perché ci siano zone d'ombra dove possa prosperare il malaffare con la corruzione e la concussione. Con la nostra macchina della Giustizia che si dimostra sempre più forte con i deboli e sempre più debole con i forti, creando di fatto, nel cittadino comune la percezione di trovarsi in un Paese che non lo rappresenta e, soprattutto, che non lo difende: le percezioni di insicurezza e di ingiustizia sono a livelli preoccupanti. Di qui l'antipolitica, il menefreghismo e il disamore per la nostra Italia. Ora più che mai c'è bisogno di dare una rpofonda sterzata: fuori gli incompetenti e i magna magna dagli organi istituzionali. Via i padroni e i servi dei padroni. I cittadini sappiano riappropriarsi del proprio futuro e di quello dell'Italia.

lunedì 8 ottobre 2012

Nessuno, in questo Parlamento, si azzardi a toccare la Costituzione

PRATO - Questa sera ho partecipato ad un incontro dibattito sulla Costituzione con ospiti i senatori Vannino Chiti (PD) e Francesco Pardi (IDV) ed ho avuto una sola convinzione. Una convinzione che indirizzo verso il senatore Chiti e non verso Pardi col quale so di sfondare una porta aperta: questo Parlamento non si deve azzardare a toccare la Costituzione. La maggioranza dei senatori e degli onorevoli presenti in Parlamento, frutto delle ultime elezioni politiche, purtroppo è di un livello culturale e morale talmente basso che è assurdo il solo pensiero che siano questi soggetti a mettere le mani su quanto elaborato col sangue prima e con l'opera di professori, filosofi ed ideologi nell'assemblea costituente poi. La nostra libertà è scritta in quella Carta e non saranno certo le mire presidenzialiste del signor B. o le ambizioni del signor C. a renderci schiavi di un nuovo progetto costituzionale. La situazione politica attuale è tale che sicuramente non si arriverà a nessun accordo per cambiare la Costituzione e mi auguro sul serio che ciò non avvenga. Soprattutto mi auguro che non avvenga con la dolosa manipolazione non per migliorare il sistema Stato bensì per soddisfare le logiche di potere di chi non si è ancora reso conto che è arrivato al capolinea. Il Pd che in questo momento sostiene il governo Monti al fianco del Pdl è a sua volta sul baratro: il suo elettorato non lo riconosce più. Gli sforzi fatti per avvicinare l'Udc e tenere lontano l'IdV non sono altro che sforzi che lo allontanano dalla sua stessa base elettorale. I tempi sono maturi per un cambiamento epocale ma non sarà nè col Pdl, nè con l'Udc che il Pd riuscirà a centrarlo, semprechè voglia essere protagonista attivo di questo cambiamento. Tornato a casa ascolto al tg che Alfano, segretario di ciò che resta del Pdl, ha offerto a Casini la piena collaborazione per formare un centro moderato, con Berlusconi pronto a farsi da parte. Ecco un'altra polpetta avvelenata dopo quella dello stesso Casini che ha indicato in Monti il candidato premier per le prossime elezioni politiche. Quante polpette avvelenate dovranno mangiare Bersani e company prima di rendersi conto che non ci sono alternative al progetto di sinistra con i partiti di sinistra? Nessuno, in questo Parlametno, si azzardi a toccare la Costituzione.