giovedì 25 aprile 2013

Un Paese in crisi di astinenza da Governo, ma servono novità e serietà

Un governo fatto di novità e di serietà. Ci riuscirà Enrico Letta? Fra l'incalzare del presidente Giorgio Napolitano, l'urgenza rappresentata da un Paese che è in crisi ed ha la necessità di essere guidato fuori dalla palude per una ripresa economica indispensabile per salvare il collante sociale, l'unico elemento di disturbo può essere rappresentato ancora una volta da chi vive la Politica e le Istituzioni solo e soltanto per salvare i propri privati interessi. Il Governo Letta, se nascerà, dovrà dimostrare che sono finiti i tempi (e ci sono stati) in cui le priorità venivano date alle leggi di parte anzichè alle leggi per la collettività. Lo scossone alla Politica è stato forte e significativo ma qualcuno potrebbe ancora non averlo capito. Pochi e precisi interventi con efficacia immediata per aiutare il Paese a continuare quella politica che con Monti ci ha ridato credibilità in Europa e nel Mondo. Pochi ed immediati interventi per dare la giusta spinta all'economia. Pochi ed efficaci interventi per dare sobrietà e credibilità all'attuale classe politica. Non è più tempo di guerre e di propaganda, servono serietà e rigore nelle scelte. Ridurre il numero dei parlamentari non è una priorità se riguarderà la prossima legislatura. Abolire il finanziamento pubblico ai partiti è una priorità se fa risparmiare da subito lo Stato. Mettere mano alla Sanità e al Welfare sono delle priorità, visto che molti cittadini stanno rinunciando a curarsi perchè non hanno soldi e molti cittadini sono scesi nella fascia dei poveri perché ormai tagliati fuori dal mondo del lavoro. Aiutare la scuola e la ricerca è indispensabile perchè un Paese senza cultura e senza idee è un Paese senza futuro. Sono tante le cose da fare e non si può più perdere tempo. Due mesi se ne sono andati in uno stillicidio senza fine e senza senso di veti che hanno dato una brutta immagine del nostro Paese nel resto del Mondo. La causa? Una legge elettorale Porcellum fatta apposta per creare l'ingovernabilità. Ed ecco quindi un'altra urgenza: la legge elettorale va modificata e una commissione vi si può dedicare fin da subito per cambiarla, così come dovranno essere cambiate le leggi elettorali in molte Regioni, a cominciare dalla Toscana che al Porcellum ha saputo far scuola.

lunedì 22 aprile 2013

Serracchiani (Csx) vince in Friuli Venezia Giulia, brutto scivolone per il Movimento 5 Stelle

Doveva essere la prima Regione a guida M5S, un altro colpo ad effetto giocato in anticipo cercando di emulare quell'arrendetevi, siete circondati che tanto aveva portato fortuna alla vigilia del voto politico. Ed invece in Friuli Venezia Giulia il movimento di Grillo ha avuto il tracollo: a distanza di soli due mesi è passato dalle 196.000 preferenze del 25 febbraio scorso alle 54.000 di oggi. Chissà come giustificherà questa implosione il comico Beppe Grillo. Forse anche in Friuli sarà stata colpa dei golpettini furbi? Saverio Galluccio si è femato sotto il 20% e non è stato capace di capitalizzare il voto dell'antipolitica visto che un elettore su due non è andato neppure a votare. Io credo che il segnale arrivato dal Friuli Venezia Giulia sia un segnale forte che il M5S dovrà essere bravo ad interpretare se non vuole scomparire nell'arco di una legislatura. La gente vuole politici seri e non dei bambini viziatielli capaci di dire solo no. Riusciranno i grillini a crescere? Intanto il FVG passa dal centrodestra al centrosinistra e si consegna nelle mani di Debora Serracchiani, una giovane del Pd che per il suo successo dee ringraziare solo se stessa visto che da Roma non le è certo arrivato un grande aiuto visto quello che Bersani e company sono riusciti a fare proprio nei gorni in cui infuocava la campagna elettorale in quella regione. Soli duemila voti hanno condannato Renzo Tondo (Pdl) a mollare la poltrona sulla quale si è seduto nell'ultimo lustro. Per lui non si è concretizzata la grande rimonta come avvenuto a livello nazionale per il suo capo. In FVG d'altronde non c'è il Porcellum e quindi sarà difficile fare altri giochetti. Il centrosinistra ha vinto, nonostante tutto. Ma l'astensione ha toccato cifre da record in una regione del Nordest. Uno su due ha preferito evitare i seggi. Uno su due ha di fatto dichiarato che è ormai stanco dei teatrini della politica. Uno su due si è messo nelle mani di altri non avendo più alcuna fiducia su chi ha governato finora il Friuli e il Paese intero. A Debora Serracchiani in gravoso compito di recuperarli alla vita civile e politica.

domenica 21 aprile 2013

Con Napolitano, una nuova legge elettorale e torniamo subito alle urne

Grande rispetto per Giorgio Napolitano che ha saputo dimostrare responsabilità ed umiltà nel tornare sui suoi passi e farsi convincere per uno storico mandato bis. Ma è anche giusto e doveroso chiedersi perché si è arrivati ad un mandato bis di Napolitano? Chi lo ha provocato e quali ne saranno le conseguenze? Il Paese è stanco di giochini. E i giochini ed i giochetti li hanno fatti coloro che potevano incidere in questa fase istituzionale, ovvero il Pd, il Pdl ed il M5S e non lo hanno fatto. Nessuno di questi tre partiti ha dato prova di maturità prima di arrivare alla soluzione finale del Napolitano bis. O meglio, c'è chi ha sfruttato la propria posizione di forza parziale (vedi il Pdl) per ottenere più di quello che gli sarebbe spettato. E la dimostrazione l'avremo sicuramente nei prossimi giorni. Poi c'è stato chi si è trincerato dietro l'arroganza di non volere un nome "marchiato" da altri finendo nelle sabbie mobili dei tradimenti e dei franchi tiratori, vedi il Pd. Ed infine c'è chi è ormai nel Palazzo e pensa di essere ancora solo un movimento di strada e continua a propinare i suoi no a prescindere da tutto e tutti, o a proporre la propria "minestra" come se fosse l'unica esistente, l'unica che vogliono tutti i cittadini dimenticando le proprie percentuali, e qui mi riferisco al Movimento 5 stelle. Giorgio Napolitano, legittimamente e degnamente rinnovato alla presidenza, sta per compiere 88 anni, dovrebbe concludere il suo mandato bis quando ne avrà 95. Voi pensate che riuscirà a portare avanti tutti gli impegni istituzionali ai quali un Presidente della Repubblica deve far fronte sempre con grande lucidità e forza fisica? Io lo auguro al Presidente Napolitano e agli italiani, ma la ragione mi dice che forse sarà lo stesso Napolitano, fra qualche mese a fare come Papa Ratzinger. Si dimetterà non appena la situazione politica glielo consentirà e questa situazione politica ci sarà solo andando a nuove elezioni con una nuova legge elettorale. Entro giugno bisogna tornare alle urne. La nuova legge elettorale si può fare in meno di un mese. Il Parlamento deve porla fra le priorità assolute dei suoi lavori.