domenica 8 dicembre 2013
In Ucraina si lotta per l'Europa, in Italia c'è chi chiede voti per uscirne
In Ucraina siamo vicini ad una vera e propria “guerra” civile. In cinquecentomila sono scesi in piazza per fermare il progetto dell’attuale Governo che vuole fermare il programma di integrazione nell’Unione Europea per spostare l’asse in direzione di Mosca. Il popolo chiede le dimissioni del presidente Viktor Yanukovich e abbatte le statue di Lenin. Chi ha conosciuto il vecchio comunismo, la povertà e la repressione di un regime non può che guardare all’Europa come un elemento di progresso di emancipazione e di libertà.
Ma se in Ucraina scendono ormai in piazza da una settimana per fermare un Governo filo sovietico, in Italia con l’approssimarsi delle elezioni Europee, i movimenti ed i partiti che sono contrari all’euro e all’Europa unita alzano la testa e chiedono i voti per eleggere i propri rappresentanti. Il che fa sorridere: non credono nell’Europa unita ma vogliono far eleggere i loro rappresentanti per andare a distruggere anziché costruire.
Non si può continuare a credere che il proprio interesse e quello del popolo italiano finisca alle Alpi.
Non si può continuare a pensare che i limiti dei governi degli Stati che compongono l’Unione Europea, siano i limiti dell’Europa stessa. La strada per costruire un unico popolo europeo è lunga ma è l’unica percorribile se vogliamo continuare a credere in un futuro di pace, di prosperità e di libertà.
Chi vuole invertire questa rotta ha solo il buio e la disperazione davanti.
Ora più che mai servono coscienza e lungimiranza, non certo populismo.
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