lunedì 27 febbraio 2012

Firenze poco ambiziosa, investe poco in cultura


FIRENZE - Nell'ultimo decennio il turismo è aumentato del 58,2% a Weimar, del 48,3% a Manchester, del 25,9% a Siviglia e solo di un misero 0,2% a Firenze. Questi dati sono contenuti in un rapporto presentato a Roma da Civita che li ha giustificati sulla base degli investimenti fatti dallo Stato ma ancor di più dagli enti locali nel settore della cultura.

Chi ha investito di più e meglio, chi è stato ambizioso anche in tempi di crisi ne ha raccolto i frutti. Ne viene da sè che i ricercatori di Civita fanno una critica aperta a Firenze e a tutte quelle città italiane che non hanno saputo investire nella cultura o hanno fatto poco per seguire strategie vincenti. Secondo i ricercatori di Civita una città come Firenze sarebbe andata avanti finora beneficiando di una rendita di posizione che non ha invogliato a fare nuovi e forti investimenti nel settore della cultura.

Questa scarsa lungimiranza ha fatto sì che il capoluogo toscano, così come è avvenuto per Roma, non abbia visto crescere il reddito pro capite come è avvenuto nelle altre cittadine europee dove invece si è investito tanto nell'industria creativa.

Bilbao, Weimar, Siviglia, Edinburgo hanno investito più degli altri nel settore della cultura e, guarda caso, oggi sono le città che presentano un tasso di crescita nettamente superiore rispetto alla media europea. Questo significa anche un minor tasso di disoccupazione. E allora perchè in Italia non si riesce a fare altrettanto pur avendo città dall'altissimo profilo culturale come possono essere Firenze e Roma? Secondo i ricercatori di Civita, quello che mancherebbe sarebbe una capacità di offerta superiore, una politica culturale mirata a realizzare solo grandi eccellenze e, soprattutto, una maggiore ambizione.

Ma a Firenze, almeno il sindaco Matteo Renzi di ambizione ne ha parecchia, peccato che sia solo ambizione personale e non per la città e per i cittadini. La Cultura può portare ricchezza ma non bisogna vivere sugli allori, né tantomeno sperare che sia solo il brand a trainare. Occorrono investimenti e strategie che in questo momento Firenze, evidentemente, non ha.
Pasquale Petrella

Responsabile dipartimento Cultura IDV Toscana

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