lunedì 17 ottobre 2011

Istanza di fallimento per la Sasch del sindaco Cenni


PRATO – Il fallimento di un’azienda è una sconfitta per tutti. Per gli imprenditori titolari, che non hanno saputo tenerla a galla, per i dipendenti che si trovano senza lavoro, per i fornitori-creditori - che potrebbero a loro volta essere trascinati nel tunnel della crisi - per l’intero sistema dell’economia che viene a perdere un soggetto che, un tempo, produceva ricchezza.
La richiesta di fallimento in proprio presentata dalla Sasch il cui azionista di riferimento è Roberto Cenni, sindaco di Prato, rappresenta a livello economico un altro brutto segnale per il distretto tessile pratese e questo all’Italia dei Valori dispiace moltissimo e c’è piena solidarietà verso tutti coloro che si trovano o si troveranno in grande difficoltà per questo fallimento.
A livello politico però non possiamo non esimerci dal dichiarare il grande imbarazzo in cui ci troviamo nel dover sottolineare che il fallimento riguarda in via diretta il sindaco della nostra città. Ed è un imbarazzo che, ci dispiace sottolinearlo, lo avevamo evidenziato già quando erano apparsi i primi segnali inequivocabili di quello che, con opportune strategie, è stato trascinato fino ad oggi. Siamo dispiaciuti per la richiesta di fallimento perché vorremmo che le aziende fossero tutte sane e producessero posti di lavoro e ricchezza, ma nel caso della Sasch siamo allo stesso tempo fortemente indignati per quelli che ci sembrano degli espedienti di basso livello trovati dagli amministratori per trascinare da una parte l’agonia dell’azienda e dall’altra – di pari passo - far crescere l’indignazione dei creditori che da anni aspettano di riscuotere il loro lavoro e le loro forniture. Era stato paventato un concordato preventivo, era stato paventato l’interessamento di una cordata di imprenditori per salvare il gruppo industriale e oggi, a distanza di oltre un anno, ci accorgiamo che in realtà la cordata di imprenditori non ha presentato nessuna richiesta e che i conti non tornano.

Espedienti che gettano una bruttissima luce su chi sta gestendo la Sasch e, di riflesso, sul suo azionista di riferimento, ovvero il sindaco di Prato Roberto Cenni.
Per questo l’Italia dei Valori chiede ancora una volta al primo cittadino di Prato di riflettere bene circa il proprio futuro. Prato non ha bisogno di sindaci che gli procurano imbarazzo. Oggi scopriamo che la Sasch presenta una istanza di fallimento in proprio. Domani cosa ci diranno i curatori fallimentari? La contabilità del Gruppo è limpida o dovremo aspettarci qualcosa che dal fallimentare passa al penale?
Se l’Italia è bene che si prepari alle elezioni politiche a primavera , Prato farebbe bene a pensare a quelle amministrative.

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