martedì 8 febbraio 2011

La pietà di Alemanno stride con la "civicità" di Cenni


Prato- Il sindaco di destra, Gianni Alemanno non ha avuto problemi ad indire il lutto cittadino dopo la morte atroce dei quattro bambini rom, bruciati vivi in un campo nomadi abusivo nella periferia di Roma. Il primo cittadino della capitale, con un passato anche di estrema destra ha avuto il coraggio di rendere omaggio alla vita di quattro bambini rom; il cosiddetto sindaco “civico” di Prato, Roberto Cenni, invece ha avuto paura di indire il lutto cittadino per le tre donne orientali annegate nel sottopasso di via Ciulli nell’ottobre scorso. Ecco i due modi di testimoniare una tragedia. A Roma Alemanno avrebbe avuto argomenti molto validi per disinteressarsi di questa tragedia: dopotutto è avvenuta in un campo abusivo e si tratta di rom, una etnia che di certo non è ben vista da un centrodestra sempre più portato verso posizioni razziste e xenofobe. Eppure, di fronte alla morte, di fronte ad una tragedia così enorme, il sindaco Gianni Alemanno si è spogliato delle sue ideologie ed ha voluto rendere omaggio col lutto cittadino a questi quattro bimbi la cui unica colpa è stata quella di nascere in una baraccopoli fuori dalla legalità.
A Prato le tre donne cinesi: madre, figlia e zia, sono annegate in un sottopasso che per responsabilità che sarà la magistratura a definire, senza aver infranto alcuna legge. Loro sono morte per l’illegalità di qualcun altro. Sicuramente di un italiano. Ebbene, di fronte a quella tragedia, il sindaco di Prato non ha avuto la pietà di mettere da parte le ideologie, lui che si professa sindaco civico, e decretare il lutto cittadino. Avevamo criticato allora il sindaco Cenni per questo suo atteggiamento, lo critichiamo ancor di più oggi alla luce di quello che ha fatto il sindaco di Roma. E pensare che Alemanno non ha mai avuto neppure lontanamente l’intenzione di professarsi “civico”.

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