domenica 22 agosto 2010

I FINIANI PAGANO LA MANCATA RISOLUZIONE DEL CONFLITTO DI INTERESSE


Intimidazioni a suon di notizie più o meno vere, calunnie belle e buone, foto e titoloni strillati sui giornali della “famiglia”. I finiani stanno scoprendo a caro prezzo e sulla loro pelle la mancata legge sul conflitto di interesse.
Quello a cui stiamo assistendo da un mese a questa parte, con gli attacchi al presidente della Camera, Gianfranco Fini per l’appartamento a Montecarlo, a Luca Barbareschi per la presunta piscina costruita (abusivamente) nella sua casa nell’isola di Filicudi, a Italo Bocchino per gli incarichi in tv ricevuti dai propri familiari non sono altro che l’elevazione all’ennesima potenza di quanto già sperimentato nell’ottobre dell’anno scorso contro il giudice Raimondo Mesiano, reo di aver condannato la Fininvest ad un risarcimento di 750milioni nei confronti di Cir, nell’ambito del processo sul Lodo Mondadori, e per questo preso di mira col tentativo di ridicolizzarlo e screditarlo con un servizio di dubbissimo gusto mandato in onda da Mattino 5.
Fra i punti che Berlusconi vuole affrontate al rientro dalle vacanze, i finiani farebbero bene a chiedere di inserire anche la risoluzione del conflitto di interesse perché è vero, la stampa – quella al servizio del padrone, non libera né obiettiva – se usata a sommo studio ha il potere di screditare e gettare ombre su chicchessia.
Ne sa qualcosa Futuro e Libertà che nei sondaggi, dopo le notizie relative all’appartametno a Montecarlo e Fini, è crollato di quattro o cinque punti percentuale.
La legge sul conflitto di interesse è più che mai necessaria. Solo in Italia, fra tutti i paesi civili, c’è un capo del governo che in via diretta o indiretta ha il quasi monopolio dell’informazione. Chissà se mister B. riesce ancora a dire che i giornalisti e la stampa in genere sono contro di lui. Sarebbe interessante scoprire che cosa gli risponderebbero i finiani.

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