PRATO - Un cinese di 37 anni ucciso con un colpo di pistola in faccia ed un secondo gravemente ferito con due colpi all'addome. Tutto questo è avvenuto ieri notte nella zona industriale del Macrolotto a Prato.
L'uso delle pistole e l'omicidio nella comunità cinese stanno a significare il salto di qualità della malavita. E' presto per sapere le cause di questo atto criminale ma un dato di fondo è certo: i cinesi, per cultura, non usano le pistole e non uccidono se non per questioni ritenute gravissime e in ambito malavitoso di alto spessore.
I campanelli di allarme nella comunità cinese pratese sono suonati già da tempo. C'è un malessere che cresce dovuto anche e soprattutto alla crisi economica aggravato da una economia sotto bosco che non può essere tutelata legalmente ed ecco quindi che porta ai regolamenti di conti per strada o nelle aziende. Il recupero crediti diventa una vera e propria guerra di bande.
Il caso dell'altra notte è ancora tutto da definire da parte degli investigatori ma non si può non sottolineare la gravità e la pericolosità dell'episodio. La richiesta di una maggiore attenzione sulla comunità cinese non solo sotto il profilo della repressione bensì anche delle problematiche che si trova a vivere non sarebbe sbagliato tenerne di conto.
E intanto la Prato militarizzata dal centrodestra registra un morto ammazzato a colpi di pistola.
lunedì 14 giugno 2010
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