mercoledì 30 marzo 2011

Bisogna consumare benzina per finanziare la cultura


PRATO - “Quasi quasi vado a fare un giro in Versilia così consumo un po’ di benzina e aiuto la cultura”. Questa frase che compare sul profilo Facebook del pratese Andrea M. può sembrare una battuta e far sorridere, in realtà rivela tutta la tragicomica gestione della cultura da parte del Governo Berlusconi. Dopo le proteste più o meno plateali e pubbliche per il taglio del Fondo unico per lo spettacolo che condannava a morte certa il mondo culturale italiano, il Governo – già messo in difficoltà con le dimissioni del ministro Sandro Bondi travolto dalle critiche - ha deciso di tornare sui suoi passi, confermando di fatto che l’opposizione, ovvero il centrosinistra con in prima fila l’Italia dei Valori, aveva ragione.

Il Fus è stato rifinanziato e non possiamo che essere contenti per il mondo culturale. L’arrivo di nuovi finanziamenti servirà tantissimo anche alla Toscana per risolvere i mille problemi che si erano aperti con quegli scriteriati tagli fatti in Finanziaria. Resta però l’amarezza che ancora una volta questo governo pensa di risolvere i problemi solo mettendo le mani nelle tasche degli italiani. Il Fus sarà finanziato aumentando il costo della benzina che in questi ultimi mesi è già aumentato e non poco per le note vicende libiche.

I cittadini subiscono così un nuovo salasso e questa volta qualcuno potrebbe dire che è difficile criticare visto che quell’aumento va a finanziare la cultura. Ebbene, credo che di fronte allo sperpero di trecento milioni di euro che il ministro leghista Roberto Maroni ha deciso, semplicemente decidendo di non far svolgere i referendum in contemporanea con il ballottaggio delle prossime elezioni amministrative, allora sì che c’è bisogno di indignarsi.

Non si può far pagare agli italiani la strategia di questa maggioranza che ha deciso di far svolgere il referendum il 12 e 13 giugno anziché accorparlo col ballottaggio delle amministrative previsto il 29 maggio, e punta così a non far raggiungere il quorum. Una strategia costosa che nasce dalla paura ormai fondata che gli italiani comunque bocceranno le leggi sul ritorno al nucleare, sul legittimo impedimento e sulla privatizzazione dell’acqua. Gli italiani ormai sono stufi di dover pagare le scelte scellerate di questo governo.

La cultura si può finanziare senza mettere le mani nelle tasche degli italiani… basta cambiare Governo e maggioranza in Parlamento.

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