mercoledì 2 febbraio 2011
Federalismo, la Toscana saprebbe vincere la sfida ma non è il momento
Prato- Federalismo sì, federalismo no. Di sicuro la Toscana saprebbe raccogliere questa sfida e portarla a termine con una vittoria ma, è facile prevedere che la discussione andrà avanti ancora per molto tempo a prescindere da quello che deciderà, nella situazione contingente, il Parlamento.
Le questioni del federalismo e del federalismo fiscale municipale, così come proposte dalla Lega Nord, che ne sta facendo un cavallo di battaglia per la propria credibilità politica, impongono una riflessione molto seria e, soprattutto, un equilibrio che in questo momento non esiste in Italia proprio perchè fra centrodestra e centrosinistra si è creata come non mai una spaccatura così aspra e insanabile essenzialmente legata alla figura di un presidente del Consiglio dei Ministri sempre più indifendibile.
L'Italia dei Valori ha già detto per bocca del presidente Antonio Di Pietro di essere favorevole al federalismo ma ha anche ribadito che dirà no a quello che la Lega Nord sta cercando di portare avanti. Per realizzare il federalismo c'è bisogno di una grande partecipazione e di una intesa bipartisa, altrimenti potrebbe rivelarsi uno strumento diretto solo a creare tensioni fra le aree ricche e quelle povere. Per non essere concepito in questi termini è necessario che soddisfi esigenze diverse: bisogna che da una parte mantenga saldo e unito il tessuto unitario del Paese e dall'altra che rafforzi l'autonomia e la responsabilità dei ceti dirigenti locali e municipali; da una parte deve garantire l'uguaglianza dei cittadini nell'accesso ai servizi essenziali e dall'altra rispettare l'autonomia delle Regioni nel determinare il livello delle prestazioni nelle materie concorrenti, in funzione della loro capacità fiscale; da una parte deve essere veicolo di politiche nazionali orientate ad obiettivi comuni di sviluppo e dall'altra essere strumento di valorizzazione delle opportunità dei sistemi locali. E' più che evidente quindi che gli equilibri che il federalismo ed il federalismo fiscale municipale devono garantire sono tali e tanti che il Decreto 292 così come proposto ed imposto, rischia - con una malaccorta gestione - di creare tensioni e di spaccare l'Italia fra un Nord ricco ed un Sud povero.
Il federalismo fiscale secondo l'Italia dei Valori è giusto nel momento in cui chiede ai Comuni e ai loro amministratori una responsabilità sulle spese rapportate alle entrate. Bisogna che i trasferimenti dello Stato non siano più commisurati alla spesa storica bensì al costo standard. Fino ad oggi è stato lo Stato centralizzato ad essersi fatto carico della diversa capacità fiscale per abitante. Ma lo Stato da figura di "bravo papà" nel tempo si è rivelato un patrigno perchè gli oneri burocratici sono lievitati sempre più fino a trasformarsi in veri e propri ostacoli per gli stessi bisogni dei cittadini. Inoltre, all'uniformità territoriale delle prestazioni non è corrisposta una eguale uniformità nell'efficienza dei servizi erogati. Una riorganizzazione dello Stato a favore delle Regioni e degli enti locali sembra quindi doverosa.
La Toscana potrebbe trarre grandi benefici da un federalismo fatto con tutti i crismi che esso richiede. La nostra regione da una parte può far conto su una economia di un livello medio alto, dall'altra di amministrazioni locali nella stragrande maggioranza già efficienti, ed infine di una popolazione che sa rimboccarsi le maniche pur di non vivere in uno Stato assistenzialista. Se a tutto questo aggiungiamo che nel documento della Conferenza delle Regioni (febbraio 2007) che è servito alla stesura dello schema del Decreto 292 si affermava che "le regioni devono assumere il ruolo di coordinamento e di regolazione della finanza territoriale" e che per ridurre le differenze esistenti circa le capacità pro-capite presenti sul territorio nazionale si prevede la determinazione di un fondo perequativo che il D.L. 292 istituisce per un massimo di 5 anni, allora si comprende come in Toscana possa essere facile con l'utilizzo di questo strumento (semprechè idoneamente finanziato) far decollare anche quelle aree meno sviluppate.
Insomma il federalismo può essere una grande occasione, una sfida che la Toscana saprebbe portare a termine con una vittoria. Ma non è ancora arrivato il momento e quello proposto dalla Lega Nord va bocciato, non fosse altro, come sostiene il presidente Di Pietro, per dare una spallata definitiva a Berlusconi visto che la Lega Nord tiene in vita questo governo solo per far approvare il federalismo.
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