PRATO – La notizia che se confermata vorrebbe che la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato è pronta a vendere gran parte delle sue quote detenute nel portafoglio di CariPrato alla Banca Popolare di Vicenza lascia davvero preoccupati.
In una città dove si parla tanto di salvaguardare la pratesità e di avere un occhio di riguardo per le tradizioni e le realtà locali, si scopre poi che in nome del dio denaro, la stragrande maggioranza degli industriali presenti come soci nella Fondazione è pronta a vendere quasi tutto il suo pacchetto azionario che possiede in quell’unica banca che porta, quantomeno, ancora il nome della città, pur di partecipare ai dividendi della banca vicentina. Il 15 per cento delle azioni della CariPrato (la Fondazione ora ne possiede il 21%) in cambio dello 0,5 per cento delle azioni della BpV.
Se la motivazione di questa operazione è quella di poter ottenere i dividendi che la BpV dà a fine anno, cosa che non succede per la CariPrato che sta tentando di consolidare il proprio patrimonio in questo periodo di crisi, allora Italia dei Valori ritiene che ci sia davvero una scarsa lungimiranza da parte di quegli industriali pratesi che stano portando avanti l’operazione. Perdere il controllo, anche se piccolo, su CariPrato significa perdere la possibilità quantomeno di far sentire la propria voce sulla politica di quella banca. E allora ben venga l’invito-provocazione da parte del presidente della Provincia Lamberto Gestri a costruire una banca locale, una nuova banca o l’ingresso massiccio delle più forti realtà economiche del territorio in un istituto già presente per pratesizzarlo al massimo così che possa appoggiare gli investimenti e le politiche economiche del nostro territorio.
mercoledì 14 aprile 2010
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