PRATO – Pare spropositata e fuori luogo la perquisizione domiciliare e il sequestro dei pc personali e di lavoro disposta dal sostituto procuratore della Repubblica di Prato, Giuseppe Ledda, nei confronti dei giornalisti Paolo Nencioni ed Elena Duranti rispettivamente dei quotidiani Il Tirreno e La Nazione, nell’ambito di una inchiesta su una ipotetica violazione di segreto d’ufficio da parte di un pubblico ufficiale. Il provvedimento del magistrato pratese, eseguito da parte dei carabinieri, nasce in seguito agli articoli pubblicati sui due quotidiani riguardanti una indagine diretta ad accertare la veridicità di una serie di accuse nei confronti di due carabinieri del comando provinciale di Prato. Si parlava, ed è l’accusa più grave nei confronti di uno dei due, di violenza sessuale su un minore.
Pur nel rispetto dell’attività della magistratura, Italia dei Valori esprime la piena solidarietà ai due giornalisti e alle loro testate, ed è preoccupata di questo provvedimento che sa tanto di intimidazione al mondo dell’informazione. Il diritto di cronaca è sacrosanto e Italia dei Valori ritiene che in questo caso la procura pratese abbia adottato un provvedimento spropositato per la realtà dei fatti.
sabato 20 febbraio 2010
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