lunedì 25 gennaio 2010

SICUREZZA: LE NOVE RICHIESTE DELL'IDV DI PRATO AL MINISTRO MARONI


   Al Ministro dell'Interno

                              On.le Maroni 

Sig. Ministro,

l'Italia dei Valori di Prato Le è grata per la visita nella città di Prato ed ancor di più lo sarebbe se volesse far Sua la presente nell'esclusivo interesse del benessere di questo centro e dei suoi abitanti.

In un momento così delicato della vita pubblica l'affermazione coscienziosa di proposte mirate all'attenuazione delle problematiche inerenti la sicurezza troverebbe plauso se esse trovassero realizzazione in tempi brevi.

Le ragioni di questo breve scritto, infatti, sono da ricondurre esclusivamente alla percezione, in primis, della domanda dei cittadini e alla successiva deduzione circa l'offerta che le istituzioni locali e centrali dovrebbero palesare per meglio disciplinare la civile convivenza.

E' evidente che la cospicua crescita demografica di questa città ha determinato, sempre in tema di sicurezza, varie esigenze fra cui quella di armonizzare la sfera legale del commercio, l'affermazione dei diritti dei lavoratori, in particolare quelli extracomunitari ed altresì bloccare il numeroso incremento di persone malavitose che in questo centro costituiscono poli di illegale interesse economico, riciclando denaro e  facendosi scudo dell'intimidazione.

Le risposte a tali esigenze, oltre che normative, dovrebbero essere mirate a fortificare l'apparato della sicurezza in termini congrui, tali da facilitare le operazioni di contrasto alle organizzazioni criminali gravitanti sul territorio, alcune delle quali, riducono in condizioni di schiavitù lavoratori extracomunitari non in regola con le norme sul permesso di soggiorno.

Fortificare tali apparati non significa, però, solo aumentare il numero degli addetti ai lavori se, collateralmente, non si produce spessore d'intervento. E' necessario, quindi, assegnare unità operative in modo del tutto organico con compiti mirati alle esigenze di cui si faceva prima cenno.

Da qualche anno il Comune di Prato, la Provincia, la Regione e lo Stato hanno siglato un "patto" ritenendo Prato una città a rischio per le ragioni anzidette.

L'aver individuato tale città in relazione al relativo disagio, tuttavia, ha solo permesso di realizzare un protocollo d'intesa che enuncia indicazioni operative ma non offre, di concerto, solide risorse finanziarie ed umane nei termini prima indicati. Rimane solo un'articolata dichiarazione d'intenti della quale, proprio perché improntata in tal modo, se ne poteva fare a meno poichè quanto in essa espresso avrebbe dovuto costituire oggettivamente  naturale esercizio dei compiti d'istituto degli apparati  preposti  che, invece, stante le croniche carenze di organico, si trovano a dover modellare gli interventi in termini di blitz scoprendo altri settori di interesse. In tal modo non si offre organicità, programmazione, razionalizzazione e ordinarietà a tali operazioni.

Ne consegue una esclusiva visione mediatica degli interventi senza che questi incidano seriamente sul tessuto, oramai incancrenito, e ben alimentato da soggetti che vengono esclusi dal raggio d'azione legale e che continuano ad articolare indisturbati progetti criminali sul territorio.

Questa città  non ha bisogno di interventi mediatici ma fattivi  e mirati a realizzare azioni di contrasto, in particolare, alle illegalità economiche, a cui si ispirano vari cittadini e non solo di etnia cinese.

Ecco perché  Le chiediamo, se Ella e il suo governo vorranno intervenire a favore di questa città, di realizzare quanto in appresso elencheremo quali primi passi per riempire di contenuto l'offerta alle lecite domande  dei cittadini pratesi.

Fermo restando che occorre rilanciare con forza il principio della immediatezza e certezza della pena, parallelamente occorre  valutare il  necessario intervento per rafforzare gli organici ma allo stesso tempo razionalizzarli in modo da destinare ai compiti d'istituto tutti gli operatori della sicurezza e sottrarli, quindi, a quelli burocratici o inutili perché solo pubblicitari.  
 

E' opportuno realizzare in tempi brevi:

  • un bando di concorso per almeno 20 ispettori del lavoro;
  • coprire  la pianta organica del tribunale;
  • rafforzare le unità dei vigili del fuoco;
  • creare presso la questura una sezione della squadra mobile, con vari uff. di p.g., che si interessi esclusivamente della criminalità cinese, assegnando ad essa relativi interpreti;
  • incremento del nucleo di p.g. dei carabineri e della Guardia di Finanza;
  • potenziamento della polizia penitenziaria;
  • creazione di un gruppo misto (polizia di stato, carabineri, guardia di finanza), in stabile collocazione, che contrasti l'usura, intervenendo nelle spese di affitto di uno stabile da adibire a tale scopo.
  • Intervenire presso il sindaco di Prato, e semmai sostenerlo economicamente, perché potenzi e razionalizzi la polizia municipale riconducendola ai compiti d'istituto da porre in essere anche nelle periferie, attualmente scoperte.
  • Creazione di un gruppo misto, in seduta stabile, che contrasti ordinariamente la illegalità economica ostacolando la illegale esportazione di flussi di denaro e le attività illegali di aziende presenti sul territorio articolando indagini finanziarie mirate ad accertare responsabilità di terzi.
 

Come Ella può  notare, si possono muovere dei passi nella giusta direzione ma occorre anche prendere atto che questo governo, per la città di Prato, allorchè la consultazione elettorale ha determinato un esito controtendente, ha dedicato solo dei militari venuti a distogliere le forze dell'ordine che hanno il compito di accompagnarli  a girare per il centro storico. Tutto ciò, conoscendone l'inutilità, solo per affermare il principio, peraltro falso, di uno Stato forte in una città in cui non sono presenti "obiettivi sensibili" da vigilare e in cui vi è bisogno di altro, ora enunciato.

Non si può  assistere inermi alla illusione ottica che questo governo e la locale maggioranza sta offrendo ai cittadini di Prato né allo stravolgimento del modello di sicurezza la cui inversione di tendenza pone a rischio serio i suoi abitanti, già in crisi per l'economia.

Ecco perché  Le chiediamo di ritirare i militari presenti liberando così polizia e carabinieri da questi ingrati compiti. In subordine gli stessi potrebbero essere   impiegati in servizi burocratici liberando così altra forza di polizia da assegnare a compiti investigativi e di controllo del territorio.

Le recenti informazioni assunte dai mass-media indicano delle Sue precise volontà: quelle di esportare in altri luoghi il modello di sicurezza di questa città. Le chiediamo cosa vuole esportare? Lo stato di crisi generale ora rappresentato?

L'Italia dei Valori di Prato, conscia delle difficoltà esistenti in termini di sicurezza, sarà sempre a fianco di chiunque voglia intervenire in questa direzione pertanto Le chiede di voler intervenire, anche gradualmente, facendo propria la richiesta nell'esclusivo interesse dei cittadini cui tutti dovremmo onorarci di rappresentare. 

                                          ITALIA dei VALORI

                                                   P R A T O

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