lunedì 29 giugno 2009
ECONOMIA, NUOVI BALZELLI DALLE BANCHE
PRATO - Ancora una volta il sistema bancario, nonostante gli appelli che arrivano
da tutti i livelli, si mostra sordo ai problemi delle imprese impegnate a fronteggiare
la crisi che sta mettendo in ginocchio l’economia pratese. Gli artifici inventati dagli Istituti di credito per eludere l’abolizione della commissione di massimo scoperto previsto dal decreto anticrisi varato dal governo hanno preso il nome di commissione per mancanza di fondi, per messa a disposizione di somme e per indisponibilità. Di fatto imprese e privati si troveranno a pagare più di quello che facevano in passato. L’Italia dei Valori di Prato ritiene inammissibile una situazione del genere e chiede con forza al Prefetto, Eleonora Maffei, nell’ambito dei nuovi incarichi ricevuti dal Governo di fare quanto possibile per far sentire alle banche il grido di allarme che arriva dalle aziende. Purtroppo a Prato il boom della crisi arriverà nei prossimi mesi di settembre ed ottobre: molte ditte non apriranno dopo le vacanze estive e molti altri lavoratori si troveranno senza impiego. Le banche devono assolutamente fare la loro parte se non vogliono l’implosione del sistema economico pratese.
L’Italia dei Valori ha incontrato nello scorso mese di aprile i vertici della Cna, in occasione della pubblicazione dei dati circa una indagine commissionata dalla stessa, intitolata "Le imprese artigiane ed il credito" che già allora aveva evidenziato l'estrema difficoltà con cui le aziende artigiane si trovavano nel vedersi concedere dei finanziamenti dalle banche. Ed esattamente, su un campione di 302 aziende, il 18% se lo era visto del tutto negare; un 44% aveva subito una riduzione degli affidamenti e un 65% si sarebbe visto addirittura aumentare il costo del denaro. Segnali che oggi trovano una ulteriore conferma.
E siccome già allora la Cna aveva dichiarato di voler rendere nota una classifica delle banche virtuose, sulla base di quella indagine, l’Italia dei Valori rinnova l’invito alla Cna a rendere pubblica quella classifica meritocratica e sarà in prima fila a promuovere fra i cittadini quegli istituti che danno una mano concreta alle piccole aziende perché possano sopravvivere a questo momento così drammatico. Se vivono le piccole aziende si salvano tanti posti di lavoro e l’economia può riprendere. E’ bene che questo concetto le banche lo tengano ben presente e non continuino a pensare solo al proprio interesse.
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