giovedì 5 settembre 2013
Sgr, Toscana ed Emilia seguano l'esempio di Veneto e Friuli
Sedere sulle spalle di Golia non fa mai male. L'orizzonte si apre a dismisura e si riesce a vedere molto più lontano di quanto non possa fare Davide (parafrasando e capovolgendo la parabola).
Se Venezia e Trieste, l'una a guida centrodestra l'altra a guida centrosinistra, si siedono allo stesso tavolo, dimenticano gli steccati geografici e politici, mettono insieme le loro finanziarie regionali (Friulia e Veneto Sviluppo) per dare vita ad un unico ente, ovvero la FVS Sgr, ovvero la società di gestione del risparmio Friuli Veneto Sviluppo, e tutto questo per aiutare le piccole e medie imprese delle due regioni, perchè non si può proporre lo stesso modello alla Toscana e all'Emilia? In questo caso ci sarebbe anche uno steccato in meno da abbattere: quello politico, essendo entrambe a guida centrosinistra.
Uno degli elementi base che ha spinto il Veneto del leghista Luca Zaia ed il Friuli Venezia Giulia della piddina, Debora Serracchiani, ad unire le loro forze economiche è stato quello della uniformità del tipo di piccole e medie imprese presenti sui loro territori e quindi con analoghi problemi ed esigenze. Guardando alle realtà imprenditoriali della Toscana e dell'Emilia si ha la sensazione di trovarsi più o meno nella stessa realtà: il manufatturiero, le cooperative, le piccole imprese rappresentano il tessuto uniforme, soggetto solo a piccole deviazioni, nel panorama imprenditoriale delle due regioni più grandi del centro Italia.
Una eventuale alleanza di Toscana ed Emilia Romagna nel mettere insieme le proprie Società di gestione del risparmio, istituite con decreto legislativo 58/1998, permetterebbe di supportare in maniera determinante quelle pmi che, strutturalmente, sono incapaci di far fronte alla crisi ed hanno poca propensione ad investire in innovazione e sviluppo.
Le macroaree non possono che rappresentare un punto di arrivo per potersi avvicinare agli standard europei delle piccole e medie imprese.
Le Sgr si occupano della gestione collettiva del risparmio, la gestione di fondi pensione e la gestione patrimoniale, oltre a poter istituire tali stessi fondi e realizzare le attività ad esse connesse o strumentali come stabilite dalla Banca d'Italia.
Le Sgr possono rivelarsi dei veri e propri bracci operativi delle Regioni nello sviluppo economico dei territori. Il loro compito è infatti quello di erogare finanziamenti agevolati o la partecipazione diretta nel capitale delle imprese. Non è da meno l'attività di consulenza sui progetti comunitari, il monitoraggio delle politiche regionali , i progetti di marketing territoriale, le azioni di recupero delle aree industriali dismesse.
Insomma i margini di operatività sono ampi e per uno sviluppo economico del territorio strettamente legato all'indirizzo politico che se ne vuol dare, le Sgr rappresentano uno strumento formidabile. A maggior ragione se si pensa in una ottica di macroregione. Friuli e Veneto ci sono riusciti. Saranno altrettanto bravi la Toscana e l'Emilia Romagna?
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