mercoledì 3 agosto 2011

La Sasch del sindaco Cenni ha debiti con lo Stato per 4,8 milioni di euro


PRATO - Mentre i rappresentanti degli artigiani e dei sindacati pratesi litigano per cercare una quadra sui tre milioni di euro che il Ministero dello sviluppo economico ha destinato al distretto pratese per dare nuova linfa al cardato rigenerato, si legge - nelle stesse pagine di stampa che riporta quella notizia - che il sindaco di Prato in qualità di socio di riferimento della Sasch, dovrebbe allo Stato la bellezza di quattro milioni ed ottocentomila euro. Dovrebbe cioè allo Stato, per tributi e contributi non versati, un milione ed ottocentomila euro in più di quelli che gli artigiani pratesi sperano di ricevere dallo stesso Stato per finanziare i loro progetti di rilancio.

Come Italia dei Valori e quindi come partito di opposizione a questo centrodestra che governa Prato ci viene da chiedere ai pratesi: ma quale differenza c'è fra il sindaco Roberto Cenni e quegli imprenditori cinesi che evadono le tasse? Secondo noi nessuna, o meglio ci sarebbe da dire che gli imprenditori cinesi evadono le tasse e fanno soldi a palate che trasferiscono in Cina, il nostro sindaco non paga tributi e contributi allo Stato e fa anche debiti per centosettanta milioni mettendo nei guai decine di altri imprenditori ed artigiani che potrebbero doversi accontentare di riscuotere solo il 18,7% dei crediti che vantano nei confronti della Sasch. E chissà quando li riscuoteranno, semprechè vada in porto questa proposta di concordato.

Quanto sta emergendo dalla storia imprenditoriale del sindaco Roberto Cenni, storia che prima o poi verrà fuori per intero, ci lascia perplessi e preoccupati. Non riusciamo a vedere un futuro di successo per l'imprenditore Cenni e purtroppo abbiamo l'amaro sospetto che le negatività che potrebbero venir fuori dall'indagine sul concordato potrebbero gettare una cattiva luce anche sulla città di Prato che il sindaco Cenni rappresenta a tutti i tavoli istituzionali, compreso quel Tavolo del distretto dove ci sono da difendere i diritti degli artigiani e trovare strategie vincenti per l'economia cittadina.

Al sindaco Roberto Cenni rivolgiamo ancora una volta un invito a riflettere sul ruolo istituzionale che ha assunto e alle sue vicissitudini di imprenditore che prima o poi dovrà affrontare. Cenni rifletta se sia il caso o meno di trascinare una intera città in un tunnel in cui sembra ormai già entrato lui, la sua famiglia e molti dei suoi soci.

Ai partiti del centrodestra che lo sostengono l'invito è di pensare al bene della città e dei pratesi e non alle poltrone. Prato non merita questo.

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