venerdì 18 marzo 2011
TAGLI ALLA CULTURA, DA NORD A SUD FIOCCANO LE DIMISSIONI
Il mondo italiano della cultura è agonizzante. I tagli fatti dal governo Berlusconi hanno superato il limite e c'è chi non ci sta più. C'è chi dice basta e non vuole diventare complice di questo scempio. Il danno che Berlusconi e Tremonti stanno facendo all'Italia e agli italiani ha superato ogni soglia di decenza. Da Nord a Sud fioccano le dimissioni, se il ministro Sandro Bondi le ha presentate è giusto che se ne vada perchè non ha saputo tutelare il Ministero della Cultura di fronte alla barbarie dei suoi compagni di merende. Ma da Roma a Milano e ora a Catania le dimissioni delle persone perbene sono un grave atto di accusa contro questo governo. Nei giorni scorsi si è dimesso Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore per i beni culturali nominato due anni fa proprio da Bondi. “Mi dimetto per l’impossibilità del ministero di svolgere quell’opera di tutela e sviluppo del patrimonio culturale stante la progressiva massiccia diminuzione degli stanziamenti di bilancio” ha detto nel rassegnare le irrevocabili dimissioni.
L'altro ieri sono arrivare le dimissioni di Sergio Escobar, direttore del Piccolo teatro di Milano: "Con amarezza e tristezza assistiamo a goffe e sotterranee manovre lobbistiche che naufragano nei risultati del milleproroghe e, alla umiliante rincorsa di gesti pubblici plateali per non scomparire dall'attenzione - ha denunciato Escobar - Gesti cui puntualmente seguono vere e proprie sberle in faccia come l'ultima beffa del taglio di altri 77 milioni dopo la scure che ne aveva portati via già 160 milioni". Escobar presenterà le dimissioni al Cda del Piccolo martedì prossimo. E, quasi di pari passo, sono arrivate a Catania le dimissioni della stilista Marella Ferrera, da assessore alla Cultura del comune etneo per "la mancanza di strumenti adatti a portare avanti e terminare i progetti avviati a causa dei tagli fatti alla Cultura". Dimissioni inviate al sindaco Raffaele Stancanelli.
E in tutto questo malessere che coinvolge l'Italia dalle Alpi alle Madonie, il ministro della Difesa Ignazio La Russa intervenendo sulle dimissioni del ministro Sandro Bondi ha avuto il coraggio di dichiarare durante la trasmissione Porta a porta, "Mi auguro che Bondi cambi idea, non dobbiamo essere ingenerosi con lui che si è trovato il frutto di 60 anni di incuria". Con questa battuta il ministro La Russa ha ancora una volta perso di vista la realtà. Una realtà che sta gridando a gran voce dal Nord al Sud che è questo Governo che sta uccidendo la Cultura italiana. Che è questo Governo che con le Finanziarie degli ultimi due anni ha svuotato il Fus (fondo unitario per lo spettacolo). Che è questo Governo che sta esasperando e distruggendo un sistema che ha fatto grande l'Italia e che la fa conoscere e apprezzare in tutto il Mondo.
I soldi mancano, forse è vero, ma quanto a saperli sperperare il governo Berlusconi è un campione: lo spreco di 350 milioni di euro per far svolgere i referendum in una data diversa da quella delle elezioni amministrative è lì a confermarlo. E in questo caso il primo responsabile è il ministro leghista Roberto Maroni.
*Pasquale Petrella
Referente Toscana IDV per la Cultura
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