PRATO - La sicurezza attraverso il recupero socio economico delle zone degradate più che con l'uso massiccio delle forze dell'ordine. La sanità interpretata attraverso i tempi di attesa al pronto soccorso, le liste di attesa per le visite specialistiche e l'assistenza domiciliare.
Il distretto produttivo visto nell'ottica della riqualificazione del territorio e dell’investimento nelle tecnologie legate all’ambiente.
Questi, in grandi linee i concetti espressi, durante il dibattito pubblico organizzato dall'Italia dei Valori di Prato nei locali gentilmente messi a disposizione dalla Croce d'Oro.
"La sicurezza deve innanzitutto arrivare dal recupero di quelle aree abbandonate a sè stesse e, di conseguenza, alla microcriminalità - ha detto il sindacalista della Polizia di Stato, Salvo Ardita - Deve essere l'Amministrazione pubblica a mettere in piedi tutti quegli interventi idonei per far sì che una zona abbandonata da commercianti e iniziative sociali, possa tornare a nuova vita. Occorrono incentivi e iniziative collaterali, ma solo dove c'è un tessuto positivo si può collocare con efficacia anche lo strumento delle forze dell'ordine. Diversamente, l'intervento della polizia sarebbe solo un palliativo temporaneo per risolvere la situazione del momento, non certo per debellare il fenomeno criminale delle varie realtà degradate". Ovviamente è arrivato il no secco alle ronde e all'esercito esercito.
"I tempi di attesa al pronto soccorso di Prato sono terribilmente troppo lunghi - Ha detto il dottor Aurelio Donzella, consigliere comunale IdV - Bisogna studiare i modi e, soprattutto, assumere personale, perchè non si trascorrano giornate intere nella sala di attesa del pronto soccorso per vedersi visitare. E se il nuovo ospedale prevede meno posti letto di quello attuale è evidente che bisognerà curare e seguire i pazienti nelle loro abitazioni e quindi la Società della Salute, impegnata proprio in questo, deve essere efficiente e trasparente".
"Prato si trova a pagare scelte sbagliate fatte nel passato e che bisognerà correggere - ha detto il presidente dell'Ordine degli agronomi, Luca Mori - Due esempi su tutti: la presenza in città di pini che producono solo danni alle strade e alle persone: vedi i nidi delle processionarie. E, sempre in tema di alberi, la evidente necessità di studiare un nuovo intervento sul Monteferrato con un'altra specie di albero che non sia il pino, introdotto per soppiantare i castagneti a suo tempo malati, e ora a loro volta in grande difficoltà perchè non adatti a quel tipo di territorio”.
Le conclusioni le ha fatte la segretaria dell’IdV, Loredana Ferrara che in tema di Distretto produttivo ha indicato una strada che può nascere di fianco al tessile e che in parte sta già muovendo i suoi primi passi, come quelle aziende che realizzazione pannelli isolanti per l’edilizia, lavorazione che troverebbe terreno fertile nel riciclo del cardato; oppure tutta quella grande opportunità dettata dall’energia alternativa ed ecocompatibile che sta ricevendo un grande interesse mondiale.
venerdì 17 aprile 2009
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