PRATO - Sei aziende e decine di capannoni sequestrati, assieme a 280 mila prodotti e 7 chilometri di tessuto contraffatto. L'iniziativa delle fiamme gialle ha portato anche all'arresto di quattro persone, a compiere controlli fiscali su 50 imprese e sui proprietari degli immobili delle aziende. Scoperti anche 70 lavoratori in nero. E' questo l'esito di una brillante opreazione della Guardia di Finanza di Prato diretta a reprime l'illegalità nel mondo delle aziende gestite da cinesi. L'operazione è stata definita dai finanzieri come una delle più importanti d'Italia mai fatti all'interno delle comunità cinesi.
Questa operazione è anche la chiara risposta a quanti vorrebbero far passare l'idea che a Prato i cinesi possono fare tutto quello che vogliono perchè nessuno li controlla. Le indagini e le oprazioni delle forze dell'ordine sono quasi settimanali, se ci fossero più uomini e più mezzi, i controlli e gli accertametno potrebbero subire anche una ulteriore accelerazione. Ma su quest'ultimo fronte è il Governo che deve intervenire asumendo nuovo personale da destinare ai comandi pratesi.
Da notare che nelle situazioni di illegalità non ci sono solo i cinesi bensì anche molti italiani che ci lucrano: i finanzieri hanno accertato che una ditta era in affitto in comodato gratuito. E' ovvio che in realtà i cinesi pagavano profumatamente e che i proprietari pratesi evadevano le imposte.
Credo che ci sia bisogno non solo di controlli delle forze dell'ordine per arginare il fenomeno della illegalità cinese ma anche di una maggiore coscienza etica e civile di quei pratesi sempre pronti a parlare male degli extracomunitari salvo poi affittar loro i capannoni a cifre esorbitanti, sapendo che i cinesi in quei capannoni ci vanno a lavorare, mangiare, vivere giorno e notte con intere famiglie.
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