Il nuovo caso di maltrattamenti in una Rsa per anziani accertato a Palermo con l’arresto di sei operatrici della struttura è andato ad aggiungersi alle numerose inchieste aperte da molte procure italiane sulla diffusione del contagio da coronavirus nelle strutture di ricovero per anziani, rappresentando così le ennesime vergognose situazioni che emergono in Italia in danno delle persone più fragili della nostra società: gli anziani. Anche a Prato, per quanto riguarda i maltrattametni, abbiamo avuto il caso dell’Rsa di Narnali e nei territori vicini ci sono stati i casi dei maltrattamenti ai bambini degli asili nido (vedi l’asilo Cip e Ciop di Pistoia), e non ultima l’inchiesta aperta sull’Rsa di Comeana per i contagiati ed i decessi per il covid 19. In tanti stanno chiedendo una legge nazionale perché in queste strutture siano presenti telecamere a circuito chiuso per avere un maggior senso di responsabilità da parte di chi vi opera all’interno e di controllo e sicurezza per coloro che vi sono ospiti.
Noi come Azione di Prato chiediamo al sindaco ed al consiglio comunale di Prato di non aspettare che arrivi la legge nazionale e che adottino un provvedimento con cui ogni nuova società che chiede la convenzione al Comune per poter gestire una struttura per anziani o per bambini sotto i 7 anni, per poterla ottenere debba avere le telecamere a circuito chiuso nei propri locali e le liberatorie a poterle usare da parte di tutti i dipendenti e collaboratori della stessa società. Lo stesso deve essere chiesto a quelle società che devono rinnovare la convenzione. Ovviamente chi chiederà di iscriversi a quell’asilo o entrare in una di quelle Rsa convenzionate dovrà accettare ed emettere liberatoria per la presenza delle telecamere.
La registrazione dei filmati dovrà
avere un archivio di almeno un mese, chiedendo una estensione del limite
previsto dalla normativa in materia con una deroga, all’Autorità
Garante. La struttura dovrà nominare un responsabile delle
registrazioni. Le registrazioni potranno essere visionate solo dal
responsabile nel caso di una segnalazione (che andrà comunque fatta
presente all’autorità di pubblica sicurezza), o dalle forze dell’ordine
su incarico del magistrato.